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comunicato stampa

Ospedale S.Maria Goretti al collasso, le proposte di Di Cocco

L'ex assessore: "Pronto soccorso solo per codici bianchi e nuovo ospedale con fondi regionali"

pronto soccorso-2LATINA – “Questa è una foto del pronto soccorso di Latina questo pomeriggio: una folla  da fila alle casse del supermercato il 24 dicembre”. L’ex assessore di Latina Gianluca Di Cocco ricevuta la foto commenta: “Ricevere una simile  fotografia mi porta, ancora una volta, a ribadire l’importanza di serie  proposte per la sanità pontina. Un “pronto soccorso solo per codici bianchi” e  la realizzazione di una struttura ospedaliera nuova sono le due proposte che  vado nuovamente ad avanzare come risposta all’ospedale Santa Maria Goretti al collasso. L’istituzione di un pronto soccorso solo per i codici bianchi è già  realtà in altre città di Italia e risolverebbe la congestione dovuta soprattutto a casi di minore gravità, che sarebbero gestiti gratuitamente dai  medici di famiglia (che già lo dovrebbero fare nei propri studi) attraverso la  creazione di strutture limitrofe destinate unicamente a questo scopo. Il problema potrebbe risolversi – avanza Di Cocco – o, quanto meno, attenuarsi. Considerando che, giornalmente, si verificano incresciose situazioni all’ ospedale Santa Maria Goretti di Latina, che saranno ancora più accentuate con il passare del tempo, è indispensabile la creazione di una nuova struttura  ospedaliera. Per dare risposte ai nostri cittadini, parenti, amici e all’ eccellente personale sanitario che opera nell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina occorre risolvere definitivamente il problema è non fare appelli o  proclami. Latina deve puntare su una struttura ospedaliera nuova, con un  incremento degli operatori e le giuste risorse che merita la seconda città del Lazio. Mi auguro che i nostri rappresentanti a livello regionale, di ogni  fazione politica, trovino quella sinergia che oggi è mancata per ottenere  qualcosa a favore della città. Il Santa Maria Goretti, complice la sua posizione nevralgica, è sempre l’ospedale che ha il maggior numero di accessi a  livello provinciale e il personale, sotto stress, non ce la fa più. Non si  contano poi le aggressioni verbali e le minacce dei parenti di pazienti stanchi  di aspettare, ma oggettivamente gli operatori non possono fare di più di quello  che fanno ogni giorno. Medici ed infermieri lavorano al massimo, ma il parziale  sblocco del turn over non consente un rinnovo della forza lavoro, e l’età media inizia ad essere elevata. Non si può fingere di non vedere un problema che  torna di continuo – conclude Di Cocco -, occorre agire concretamente per  risolverlo”.

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