LATINA – Latina si è svegliata diversa. C’è chi dice più bella. La piazza dove sono passate nella notte migliaia di persone è uno specchio. Non una carta, un bicchiere, una bottiglia: eppure si è brindato a spumante sotto i portici del palazzo comunale. Parte da qui il cambiamento di Damiano Coletta che rivolto ai sostenitori presenti e non (oltre 46mila alla fine dello spoglio) dice: “Questa città ha bisogno di pulizia morale e per le strade, armatevi di scopa”. Latina è diversa perché dopo anni di disinteresse e appiattimento, i cittadini hanno ritrovato la voglia di decidere in proprio, senza tenere conto delle indicazioni dei partiti e soprattutto delle proposte giudicate evidentemente non credibili.
Risuonano le parole pronunciate al megafono, dopo l’abbraccio con il commissario prefettizio Giacomo Barbato che lo ha atteso nella stanza del sindaco per consegnargli il testimone. Il passaggio formale avverrà probabilmente domani, ma il lavoro è già cominciato. Anzi non si è mai interrotto. Dopo la lunga campagna elettorale costruita su un sogno, e sulla convinzione che il bene sia in fondo molto contagioso, Coletta è alle prese con la squadra di esperti che lo accompagnerà: “Non abbiamo cambiali da pagare noi, non rispondiamo a chi ha portato voti, ma cerchiamo le persone più competenti per il compito che ci aspetta. Chi ci ha sostenuto lo sa”. E quando scende dal Palazzo comunale all’una di notte passata, lo attende un bagno di folla. Alle persone che lo hanno accompagnato dalla sede di Latina Bene Comune fino in Municipio, se n’è aggiunta altra. Molta altra.
“Abbiamo finalmente cambiato il libro, questa è la vittoria dei cittadini che hanno trovato intorno al bene comune la loro voglia di riscatto. Siamo stati troppo a lungo umiliati, eravamo arrivati alla rassegnazione, all’indifferenza, ora abbiamo ritrovato la voglia di sorridere e la voglia di cambiamento”. Parla con il megafono, alto sulle spalle dei fedelissimi Dario Bellini e Roberto Lessio, come un allenatore di calcio portato in trionfo alla fine di un campionato, Damiano Coletta appena eletto sindaco di Latina. La gente lo interrompe gridando in coro: “Damiano! Damiano!”
“Abbiamo scritto la storia, l’avete scritta voi cittadini – riprende Coletta – è la vittoria di chi sentiva il bisogno di riscattarsi. Da domani questo palazzo sarà un po’ vostro, questo libro nuovo lo scriveremo insieme perché questa è la vittoria del popolo, dei cittadini che hanno rialzato la testa. E di nuovo si leva il coro: “Abbiamo cambiato libro, cambiato libro! Damiano cambiato libro!!!”
Lui ringrazia e riparte: Latina oggi ha ritrovato le sua libertà. sentirete parlare di bene comune perché questa città è di tutti noi, ce l’avevano ridotta uno straccio e adesso gli diamo una bella lucidata. “Latina Libera! Latina Libera!” intonano dalla piazza. Coletta riprende ancora: “Da domani un pezzetto di voi sarà lassù (indica il Comune), ho anche capito qual è l’ufficio del sindaco stasera, non l’avevo mai visto prima. Ora sarà un bel viaggiare e lo faremo tutti insieme”.
La festa continua fino a notte fonda. Nessuno ha sonno. La città si è risvegliata.