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una storia triste

Latina, grande commozione per la scomparsa di Lyes

Il ragazzo disabile era seguito dai servizi sociali, trovato morto in casa

LATINA – Ci sono storie tristi in cui non ci si vorrebbe imbattere. E’ il caso di Lyes, il ragazzo di origini italo-marocchine trovato ieri privo di vita nella casa popolare in cui abitava con il fratello. Lo cercava da alcuni giorni la sua amministratrice di sostegno, una funzionaria dei servizi sociali nominata dal sindaco a dicembre scorso dopo il decreto del Tribunale, per affiancarlo nelle attività patrimoniali, per controllare che ritirasse la pensione e l’accompagno di cui era beneficiario e che lo aiutasse nel pagamento delle bollette. Lyes nonostante i suoi problemi di salute fisici e psichici non aveva invece un tutore che potesse affiancarlo stabilmente. Per questa ragione era risultato vano il tentativo da parte del Comune di Latina di inserirlo in una casa famiglia di Aprilia integrando con soldi delle casse comunali, la parte mancante della retta. Lui non si era trovato bene e dopo poco,  convinto anche dall’insistenza di alcuni familiari,  si era allontanato dalla struttura ed era tornato a casa.

La notizia della sua morte in solitudine sta generando grande commozione, perché Lyes era benvoluto e aveva solo 31 anni. Disabile mentale, si era poi ammalato di diabete, ma sulla sua strada aveva incontrato anche tanto affetto; gli era stato sempre vicino Giuseppe Bagnato, presidente della cooperativa sociale la Tartaruga che lo conosceva sin da bambino quando gli faceva da assistente a scuola e che, più di recente, per consentirgli di integrare l’assegno dell’Inps, gli commissionava lavori di giardinaggio. Lo stesso Bagnato aveva segnalato alla Procura il caso, sottolineando che il ragazzo non era in grado di stare da solo. E’ stato lui ieri ad allarmarsi.

“Non lo sentivamo da alcuni giorni, anche se l’avevamo cercato più volte, ma spesso Lyes non rispondeva al telefono, né al citofono  – spiegano dal Comune –  poi all’improvviso si rifaceva vivo”. Stavolta però era diverso: il fratello convivente si era allontanato per un viaggio all’estero e non aveva avvertito nessuno.  Quando ieri Bagnato e le operatrici sociali hanno raggiunto il pianerottolo, l’odore che proveniva dall’appartamento era così forte che sono stati chiamati i vigili del fuoco. Probabilmente è andato in un coma diabetico, poi la morte. Avrebbe dovuto fare quattro insuline al giorno, ma è chiaro che la sua incapacità di essere responsabile di sé stesso, costituiva di per sé un rischio alto per la costanza nelle cure.

“Lyes non poteva stare da solo ed è morto nella solitudine, ultimo degli ultimi. Questa storia mi fa male – dice Bagnato  – e deve farci riflettere tutti. Non deve più succedere”.

 

 

 

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