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il parere

Isola Pedonale a Latina, Italia Nostra: “Scelta antistorica incentivare l’uso dell’auto”

L'analisi della presidente Maria Teresa Accatino

LATINA – Dopo le anticipazioni sulle novità che riguardano l’isola pedonale del centro storico di Latina e dopo aver preso parte  al primo incontro pubblico sul tema, mentre è in corso una raccolta di firme,  Maria Teresa Accatino, presidente  della Sezione di Latina di Italia Nostra,  parla di scelta antistorica della maggioranza e ricorda che l’isola pedonale di Latina è “consolidata”.

“In una città di 130.000 abitanti, si va ad intaccare un’isola pedonale ormai consolidata, per reperire alcuni parcheggi dal lunedì al venerdì. E ritorneremo alle tanto allora criticate transenne del sabato e domenica. Ogni cosa buona è stata detta tanto da vergognarsi a ripeterla: migliaia di esempi in Italia e in Europa ci insegnano come fare e vivere bene, la richiesta di uno sviluppo sostenibile da parte dell’Europa e dell’Agenda 2030 viene disattesa, l’invito a studiare un sistema integrato di traffico e distribuzione e del commercio nell’area compresa nella circonvallazione non la vediamo. Ci si occupa di piccoli interventi spot e manca l’dea di una visione complessiva della città e del suo futuro.
Tralasciamo la Città della Cultura 2026.
Purtroppo per il momento che stiamo vivendo, l’incentivazione all’uso dell’automobile è antistorico e va ridimensionato dotando la città di mezzi pubblici adeguati, di piste ciclabili che dalla periferia e dai borghi convergano al centro. Andrebbero istituite isole pedonali anche in quartieri limitrofi al centro e più periferici per rendere vivi anche questi brani di città, spesso solo residenziali. C’è bisogno di un ritorno alla quotidianità, di persone che abitino il centro e che possano trovare l’alimentari, la torrefazione, il barbiere e tutte quelle cose che offrono una fruizione costante delle strade e delle piazze. Sarebbe bello se Latina potesse invertire la tendenza comune, ormai affermata, che i centri storici siano una mangiatoia collettiva. La vitalità di una città o di un quartiere non può dipendere solo da eventi indotti, che è bene ci siano, che si spera non siano forzati, ma opportuni, necessari e piacevoli.
Non lasciamoci spaventare dal senso di agorafobia, cogliamo piuttosto il senso della città, della sua architettura, dei momenti di silenzio e quelli di piacevoli incontri tra cittadini“.

 

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