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Gramazio e Di Giorgi rispondono alle accuse di Moscardelli sulla Sanità

Giovanni Di Giorgi

GRAMAZIO – Ancora una volta il Consigliere Regionale Claudio Moscardelli, candicato Sindaco al Comune di Latina, non sa di cosa parla e cosa afferma” – lo dichiara il Senatore Domenico Gramazio,  Vicepresidente Vicario della  Commissione Igiene e Sanità e Membro della Commissione parlamentare di inchiesta sull’efficacia e l’efficienza del Servizio Sanitario Nazionale,  il quale ribadisce  e dà mandato ai suoi legali, Avv. Valentino e Avv. Silvetti, di adire alle vie legali per  quanto riguarda la dichiarazione di Moscardelli, che afferma che l’ASP non controllò i bilanci delle ASL riguardanti lo scandalo “lady asl” e che ha visto implicati dirigenti del Sistema Sanitario Regionale, quali suoi complici.
Moscardelli non conosce nè la legge istitutiva nè il regolamento dell’ASP, infatti l’Agenzia non ha tra i suoi compiti quello del controllo delle ASL del Lazio. I bilanci delle strutture che operano in regime di accreditamento sono controllati dalla ASL competente per territorio, che riferisce direttamente all’Assessorato, quindi nessuna possibilità ha l’ASP di controllare la spesa ma ha altri precisi compiti che sono stati svolti efficacemente durante il periodo in cui ho ricoperto la responsabilità di Presidente dell’ASP.
Per quanto riguarda le dichiarazioni del Moscardelli, quando parla della cardiochirurgia di Latina, voglio ricordare solo che ha effettuato 44 interventi con complicazione 0%, mentre l’AO San Camillo Forlanini ha effettuato 979 interventi e il Campus Biomedico, ultimo in ordine di graduatoria delle cardiochirurgie, ha effettuato 164 interventi.
Va ricordato inoltre che il candidato sindaco Moscardelli ha condizionato le scelte scellerate della ASL di Latina durante il quinquennio che ha visto alla guida della Regione il duo Marrazzo – Montino, condividendo la scelta della chiusura dell’Ospedale di Priverno, scelta voluta nel PSR coordinato dall’allora Commissario ad acta Marrazzo.
Il nuovo vertice dell’ASL di Latina, che vede alla guida il dott. Sponzilli, ha riorganizzato i vari servizi dell’Azienda riaprendo un confronto con l’assessorato regionale e con l’Università “Sapienza”.
Per quanto riguarda infine le posizioni assunte da Di Giorgi, candidato sindaco, queste sono in perfetta sintonia con le scelte dell’ASL e della Provincia volte a dar vita a un tavolo tecnico per recuperare quelle professionalità che la ASL ha e che vanno ulteriormente valorizzate.

DI GIORGI -Grazie all’allegra gestione Marrazzo e alle tante promesse irrealizzabili, (tanto per ricordarne una, quella dell’annullamento del ticket), il disavanzo della Sanità per la Regione Lazio nel 2009 è giunto a 1 miliardo e seicento milioni di euro. Il piano di rientro, di fatto costruito dal Ministero dell’Economia, non è stato altro che una ratifica di quello fatto dal Commissario Guzzanti e avvallato dal Governatore Marrazzo dopo aver preso atto del suo fallimento.

I 12 decreti emanati dalla Governatrice della Regione Lazio Renata Polverini, sono solo uno strumento per il raggiungimento della necessaria diminuzione del deficit e costituiscono un adeguato processo per creare i presupposti di una vera rivoluzione del sistema sanitario regionale. La politica della Giunta Marrazzo e dell’allora capogruppo del PD Moscardelli, caratterizzata dal taglio dei nastri, “tanto per inaugurare qualcosa” a prescinde dall’effettiva verifica delle reali necessità e delle giuste condizioni tecniche ed epidemiologiche per l’apertura di nuovi reparti, vedi il caso di Cardiochirurgia,(appena 4 posti letto dislocati presso una struttura privata ) ne è una riprova. Come lo sono stati i tanti reparti ‘doppioni’ costituiti sempre con l’avvallo di Moscardelli & Co, all’interno del Goretti con il solo vantaggio per i pazienti di pagare i costi doppi per primari e medici senza avere nessun aumento di qualità dell’offerta sanitaria e nemmeno un posto letto in più. Riprova ulteriore sono state le istituzione di fantasiose strutture sanitarie, ricordiamo ad esempio quella del “percorso delle nascite”, mentre le povere puerpere spesso erano costrette a partorire sulle barelle a causa della carenza dei posti letto. Strutture forse più utili a conferire nuovi incarichi dirigenziali, preferibilmente a persone che rivestivano incarichi politici e o partitici senza prendersi cura delle reali esperienze maturate e delle tante professionalità presenti nel mondo della sanità pontina. Tutto questo in barba alle liste infinite per gli interventi di elezione e degli appuntamenti fissati dopo mesi per banali prestazioni specialistiche. Perché Moscardelli non si è impegnato a far costruire le nuove sale operatorie a Latina dove c’era il tanto decantato Dea di II livello invece di farne delle nuove nell’ospedale di Sezze? Perché ha permesso l’apertura della cardiochirurgia in una struttura privata quando i dati epidemiologici rilevati non giustificano la presenza in loco di una struttura così costosa e al Goretti non c’erano né le condizione tecniche strutturali né gli spazi per l’apertura?

A queste ed a molte altre domande sulla sanità pontina Moscardelli dovrebbe rispondere agli elettori.

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