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ENOLOGO UCCISO, INDAGINI DIFFICILI
Vita professionale al setaccio, stub su un sospetto.

La Procura di Latina

La Procura di Latina

ITRI – Proseguono le indagini sull’omicidio efferrato dell’enologo trovato carbonizzato nelle campagne di Itri. Un’inchiesta non facile quella affidata ai carabinieri che hanno svolto un lungo e accurato sopralluogo nell’area in cui è stata ritrovata la 500L del 57enne romano e dove sono stati raccolti i bossoli dei proiettili utilizzati probabilmente per l’esecuzione. Le domande senza una risposta restano molte.

Nulla di significativo sarebbe emerso ieri dall’esame di medico legale. Le pessime condizioni in cui si trova il cadavere  hanno costretto ieri il dottor Gianluca Marella, incaricato dalla Procura, ad interrompere quasi subito l’autopsia sul corpo carbonizzato di Ulrico Cappia, che proseguirà oggi pomeriggio dopo che saranno stati eseguiti alcuni esami radiografici. Resta confermato che l’uomo è stato ucciso con un colpo alla nuca, ma non ci sono al momento elementi per capire quanti siano stati i proiettili  che lo hanno raggiunto. Dalle condizioni in cui si trova, si evince inoltre che il corpo è bruciato a lungo, forse un’ora, prima di essere ritrovato dai vigili del fuoco chiamati per spegnere l’incendio dell’auto.

Si attende intanto il risultato dell’esame stub su una persona fermata dai militari nelle prime ore successive al delitto e appartenente all’ambiente di lavoro nel quale si muoveva la vittima. Sotto la lente degli investigatori ci sarebbero secondo alcune indiscrezioni di stampa anche altri due sospettati. I carabinieri non trascurano nulla e scavano a 360 gradi nella vita professionale e personale dell’uomo, nella sua carriera cominciata in Veneto e Friuli e poi proseguita a Roma e nel Sud Pontino. Cappia aveva svolto anche alcune consulenze per aziende campane e sembra non conservasse un buon ricordo: anche questa parentesi lavorativa è all’attenzione degli investigatori.

Secondo gli investigatori chi ha ucciso Cappia ha agito con freddezza, senza trascurare nulla, cancellando le tracce con il fuoco e, oltre a conoscere il professionista, doveva conoscere bene i luoghi non certo accessibili a tutti, in cui è stato ritrovato ucciso.

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