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PATENTI FACILI, NEGANO IN TRE
Nell’inchiesta indagato un avvocato di Latina

candidatoLATINA – Si sono svolti lunedì altri interrogatori dell’inchiesta sullo scandalo delle patenti che ha portato nei giorni scorsi all’arresto di 14 persone. Hanno risposto in due alle domande del gip Nicola Iansiti e hanno respinto le accuse: Laura Terlizzo impiegata della motorizzazione e Sergio Bologni, titolare di un’autoscuola di Sezze dove sono iniziate le indagini. Entrambi hanno sostenuto di essere estranei alle accuse formulate dal pm Olimpia Monaco. Ha deciso di rilasciare spontanee dichiarazioni invece Carmine Maietta che ha negato gli addebiti; sono rimasti in silenzio e si sono quindi avvalsi della facoltà di non rispondere Massimo Camelio, Giuseppe Antigiovanni, Gerardo Tomao. Oggi  saranno ascoltati gli altri tre indagati che si trovano ai domiciliari.

Intanto il gip Nicola Iansiti ha respinto la richiesta di arresti domiciliari presentata dai legali delle cinque persone che sono in carcere. Le accuse a vario titolo per tutti sono quelle di associazione per delinquere, corruzione e poi concussione.

E l’inchiesta non si ferma: tra le novità emerse nelle ultime ore c’è anche la notizia che un avvocato di Latina è indagato nell’ambito dell’inchiesta sullo scandalo delle patenti. Gli investigatori della squadra di Polizia giudiziaria della Stradale, che proseguono le indagini, ipotizzano che il professionista possa aver chiesto voti in occasione delle ultime amministrative in cambio di buoni benzina, mentre la dipendente della Motorizzazione e principale indagata Antonella Cianfoni si dava da fare per lui, chiedendo deleghe con cui sarebbero stati richiesti certificati elettorali per gli stranieri. Il piano non andò poi in porto perché il Comune di Latina negò, su decisione del commissario prefettizio Guido Nardone, il rilascio dei certificati elettorali. La ricostruzione sarebbe avvenuta attraverso alcune intercettazioni telefoniche.

 

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