(la foto è stata scattata e pubblicata su Fb dall’ex sindaco di Formia, Sandro Bartolomeo)
GAETA – Di fronte alla distruzione causata dagli incendi che stanno massacrando giorno dopo giorno il territorio del sud Pontino, aggravando l’emergenza climatica, l’arcivescovo di Gaeta monsignor Luigi Vari ha preso carta e penna per ringraziare gli operatori dei vigili del fuoco, della protezione civile e del volontariato, condannando fermamente i piromani. Ricordando che i roghi di questi giorni hanno distrutto “ampie porzioni di territorio all’interno dei Parchi regionali, come il Parco naturale dei Monti Aurunci, e diversi comuni tra i quali Fondi, Formia, Gaeta, Itri e Minturno“, la Chiesa di Gaeta “esprime una forte condanna verso coloro che, nell’anonimato e con dolo, hanno causato gli incendi distruggendo il nostro patrimonio naturale”, e aggiunge “ogni cittadino deve farsi promotore della difesa del territorio e della sua bellezza, non solo con la cura del bene comune, ma anche con la denuncia alle autorità competenti”.
“Ogni anno il nostro territorio è funestato dal fenomeno degli incendi. Quest’anno mi sembra ancora di più. Ieri sera la montagna di Formia in fiamme faceva paura, rendeva irrespirabile l’aria – aggiunge Monsignor Vari – Ma ancora di più scoraggiava considerare come questo fenomeno sembra impossibile da fermare. Non sono un esperto da poter determinare l’origine degli incendi, ma certo qualche responsabilità da parte nostra c’è, almeno a livello di manutenzione del territorio e di indifferenza. Poi, se come molti pensano, quest’incendi sono dolosi, allora non ci sono parole per condannare comportamenti che non hanno nessuna considerazione dell’ambiente, del territorio, della salute, degli altri. Distruggere il territorio per i propri interessi e per qualunque altro motivo è un comportamento grave e immorale e non ha giustificazione. Il fenomeno degli incendi è come uno stigma su di noi. Non ci fa onore”.
“Quel che resterà dei versanti montuosi di Formia, Fondi e Itri, devastati dagli incendi di questi giorni, corrisponderà a quanto teniamo alla nostra terra e alla nostra esistenza – aggiunge il professor Alessio Valente, docente di Geologia dell’Università del Sannio (Benevento) – Direttamente o indirettamente dobbiamo sentirci responsabili di questi roghi e della qualità della vita che ci sarà in seguito a essi. Probabilmente non riusciamo a percepire cosa significa perdere la copertura vegetale di quei luoghi (ad esempio, l’aumento di frane e colate di terra) e neppure la conseguenza, anche se fosse solo temporanea, sui nostri organi (ad esempio, la diffusa difficoltà respiratoria). Una cosa è certa: tutto ciò rivela il nostro disprezzo del Creato. Proviamo immediatamente a prenderci cura dell’ambiente così maltrattato e delle persone che sono state danneggiate dagli incendi per dare loro speranza. Le nuove generazioni ci riterranno responsabili di aver distrutto il loro futuro!”.
