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L’atto firmato anche da Uil e Cisl

Settimana corta nelle scuole superiori, la Gilda diffida la Provincia di Latina

Giovannini: «Inaccettabile l’ingerenza di un ente esterno su questioni scolastiche, andremo in Regione»

LATINA   – La Gilda insegnanti ha diffidato la Provincia di Latina per ingerenza in ambiti di competenza prettamente scolastica. La materia di cui si contende è quella della settimana corta delle scuole superiori proposta dal presidente dell’Ente  Gerardo Stefanelli e a quanto pare apprezzata trasversalmente da tutti gli istituti. Obiettivi: combattere il caro- energia riducendo la presenza a scuola di un giorno e evitare all’ambiente l’impatto prodotto  da 30mila persone (tra studenti e genitori, prof e personale scolastico) che ogni giorno si spostano in provincia di Latina per raggiungere le scuole. Una proposta considerata un vero e proprio atto di ingerenza dai sindacati Gilda Insegnanti, Cisl e Uil di categoria che hanno inviato la diffida direttamente al presidente Gerardo Stefanelli circa due settimane fa. Il vertice di Via Costa non ha dato alcuna risposta e così lo scontro arriverà in Regione «D’accordo con le altre sigle – dichiara la coordinatrice della Gilda – porteremo le nostre rimostranze alla Regione Lazio chiedendo il rispetto delle competenze e il ripristino del corretto dialogo con i sindacati».

Il sindacato Gilda – si legge in una nota – non approva il modo in cui l’ente di via Costa ha proceduto sulla questione della settimana corta contro il caro-energia: «I dirigenti scolastici degli istituti superiori – spiega la coordinatrice provinciale, Patrizia Giovannini – sono stati riuniti e indotti a perorare la causa della riorganizzazione dell’orario per risparmiare energia presso i collegi dei docenti, senza coinvolgere le sigle sindacali. La Provincia si è arrogata un diritto in un affare che non le compete e qualora avesse deciso la chiusura del sabato per tagliare i costi avrebbe dovuto emanare un decreto di chiusura ad hoc, a partire dal quale i consigli di istituto avrebbero stabilito come muoversi».

«I collegi dei docenti – sottolineano i segretari delle organizzazioni sindacali nella diffida – possono proporre e deliberare sull’orario scolastico solo per motivi didattici. Il risparmio energetico con la chiusura del sabato degli istituti non può che definirsi causa di forza maggiore, pertanto dovrebbe essere argomento di discussione degli organi preposti, ovvero la stessa Provincia o al massimo i consigli di istituto. Obbligando i collegi dei docenti a formulare un altro orario per consentire la settimana corta, l’ente dimostra di non contemplare affatto l’obiettivo del risparmio energetico, semmai commette un’ingerenza indiscriminata nelle decisioni che la scuola dovrebbe prendere autonomamente, escludendo per di più i sindacati di categoria».

L’idea della settimana corta non convince la Gilda: «Comprendiamo la situazione di emergenza che si sta profilando per la crisi energetica, ma non possiamo trascurare le problematiche legate a una simile decisione che, di fatto – afferma la Giovannini – non è risolutiva. La chiusura del sabato comporta il recupero delle ore di lezione e amministrazione in settimana, con allungamento dell’orario in alcuni casi fino al pomeriggio, e un potenziamento dei trasporti che già negli ultimi due anni di pandemia hanno fatto acqua da tutte le parti. Anche la chiusura degli uffici scolastici ricadrà sulle famiglie che lavorano e non hanno altre giornate a parte il sabato per richiedere documenti o assolvere alle pratiche burocratiche. Per risparmiare gas, invece di sacrificare il sabato spalmando l’orario scolastico sugli altri giorni, si sarebbe potuto intervenire sugli edifici scolastici dove ancora esiste un sistema di riscaldamento centralizzato e sui sistemi di areazione per evitare l’apertura delle finestre e inutili dispersioni di calore».

 

 

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