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cronaca

Omicidio Moretto, la ricostruzione: mesi di appostamenti, poi l’agguato mortale

Così l'arrestato "Topolino" ha vendicato il figlio Erik

LATINA – Tre mesi di appostamenti e verifiche compiute anche con l’aiuto di familiari, studiando la strada di casa di Fabrizio Moretto anche di notte, per decidere come uccidere l’autore del pestaggio mortale di suo figlio Erik. Così, secondo quanto ricostruito dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Latina, Ermanno D’Arienzo ha preparato ed eseguito in tre mesi l’omicidio di Pipistrello, questo il soprannome della vittima, avvenuto il 21 dicembre del 2020.

E’ quanto emerge dall’ordinanza della Gip Giorgia Castriota che ha disposto la custodia cautelare in carcere per l’uomo di 64 anni accusato di omicidio premeditato aggravato dalla premeditazione, porto e detenzione abusiva di arma da sparo. D’Arienzo negli ambienti criminali di Latina è conosciuto con il nome di Topolino, un lungo curriculum cominciato negli anno ’80, con l’apice della carriera arrivato dieci anni più tardi con una serie di assalti a furgoni blindati e poi rapine, estorsioni, armi. Su richiesta del Questore di Latina, il Tribunale per le Misure di Prevenzione aveva disposto la confisca dei suoi beni. Poi, nel 2020,  la morte del figlio, il dolore più grande, ma anche l’oltraggio alla sua figura criminale e la decisione di farsi giustizia da solo.

Secondo la ricostruzione dei militari, D’Arienzo si è appostato in un campo, ha preso la mira e quando Moretto è passato  con il suo scooter diretto a casa lungo Via della Tartaruga,  una traversa della Litoranea, ha fatto fuoco centrandolo allo spalle. Quindi, complice il buio e la zona isolata di campagna, è fuggito dileguandosi. Moretto sarà trovato da un passante che pensando ad un incidente stradale, dà l’allarme al 118.

La gip Giorgia Castriota nella sua ordinanza ricostruisce il delitto e anche il movente: Erik D’Arienzo era stato massacrato di botte e abbandonato ai bordi della Pontina, punito per un debito di droga. Era morto cinque giorni dopo, a settembre del 2020, a 29 anni nella Rianimazione del Goretti dove era arrivano in agonia per le botte ricevute. L’autore del pestaggio anche secondo i carabinieri era proprio Moretto.

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