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Operazione delle Fiamme Gialle

Lavoro irregolare e sfruttamento, sanzioni per oltre 300mila euro per tre aziende del Mof

I numeri: 185 posizioni irregolari, 12 lavoratori completamente in nero e 14 mila ore di lavoro senza contribuzione

FONDI –  Contratti non regolari e per alcuni lavoratori senza alcun riposo settimanale e nessun contributo. Insomma, un mercato del lavoro con pochi diritti e solo per pochi e in violazione totale della concorrenza. Succede a Fondi dove le Fiamme Gialle hanno passato al setaccio tre aziende e scoperto 185 posizioni irregolari, 12 lavoratori completamente in nero e 14 mila ore di lavoro per le quali non è stata versata la contribuzione previdenziale. I militari coordinati dal Comando Provinciale di Latina della Guardia di Finanza guidato dal colonnello Giovanni Marchetti ha interessato alcune delle realtà che operano nel settore ortofrutticolo del Mof di Fondi.  Secondo i calcoli dei finanzieri della Compagnia di Fondi sono stati corrisposti compensi in nero per più di 90.000 euro.

La scoperta non è stata casuale e anzi nasce da attività info-investigative mirate, supportate da rilevamenti e osservazioni condotte nel corso dei servizi di controllo economico del territorio che hanno permesso di scoprire i compensi in nero corrisposti a numerosi dipendenti e “l’adozione di forme di organizzazione del lavoro e di retribuzione della prestazione caratterizzate sia da maggiori ore e giornate lavorate e non retribuite in busta paga, sia dal collocamento di lavoratori presso aziende di comodo aduse ad eludere le tutele previste dal diritto del lavoro”, spiegano dalla Guardia di Finanza.

In un caso, riguardante la somministrazione di un appalto di manodopera, sono stati individuati 110 lavoratori irregolari i quali, sebbene dipendenti di un’azienda operativa nel settore degli imballaggi, risultavano formalmente assunti da due diverse imprese fornitrici che in realtà servivano solo per “attrarre su di esse gli oneri previdenziali e assistenziali previsti e le conseguenze di eventuali controversie con i lavoratori o con l’erario”.

Negli altri due casi è stata ricostruita e individuata una prassi, pressoché consolidata, in virtù della quale gli stipendi dei lavoratori erano condizionati da accordi imposti dai titolari delle aziende controllate atti a disciplinare i singoli rapporti di lavoro con modalità in contrasto con le vigenti disposizioni in materia. In particolare – si legge ancora in una nota delle Fiamme Gialle –  in sede di accesso presso i luoghi di lavoro veniva rinvenuta documentazione extracontabile unitamente a programmi gestionali delle presenze, istallati sui pc in uso alle aziende, attraverso i quali i finanzieri riuscivano a quantificare le ore e le giornate effettivamente lavorate dai dipendenti, rilevando significative incongruenze e discrasia con quelle ufficiali, indicate sulle buste paga, risultate notevolmente ridotte2.

Pesantissime le sanzioni, fino ad un massimo di 310.000 euro.

“Non solo a reprimiamo le condotte illecite a danno dell’Erario (ritenute fiscali e contribuzione previdenziale e assistenziale), ma tuteliamo anche il rispetto delle condizioni previste per i lavoratori disciplinate dai contratti di lavoro collettivi, nell’ambito della missione istituzionale del Corpo di tutelare la legalità economico-finanziaria e garantire equità e trasparenza per tutti i cittadini e gli operatori economici. Il “lavoro nero”, infatti, essendo orientato alla riduzione illegale dei costi di “struttura” (fiscali, organizzativi e del lavoro), costituisce una piaga per l’intero sistema economico perché sottrae risorse all’erario, mina gli interessi dei lavoratori, spesso sfruttati, e consente a chi lo pone in essere un’indebita massimizzazione dei profitti, anche grazie a una competizione sleale con le imprese oneste”.

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