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Costa Concordia, al processo il racconto di una superstite di Latina

Tra le lacrime Tania Novella ha ripercorso la vicenda del naufragio al Giglio

La nave da crociera la notte della tragedia

La nave da crociera la notte della tragedia

LATINA – Al Giglio la Costa Concordia si tramutò in un girone infernale. I racconti dei superstiti del naufragio, che nelle udienze  stanno sfilando come testimoni al processo di Grosseto, raccontano le scene di panico, con bambini calpestati e respinti dalle scialuppe, risse per accaparrarsi i giubbotti di salvataggio, pugni e spintoni per salire per primi sulle lance, disabili non assistiti. Tania Novella di Latina era in viaggio di nozze. Ha pianto più volte ieri mentre ricordava, e l’udienza è stata sospesa alcuni minuti per farla riposare. «Prima del naufragio avevo un lavoro da estetista – ha detto -. Ora non faccio più niente. Inoltre mi sono trasferita da Latina a Seregno, in Lombardia, per essere vicina alla struttura specialistica dove mi curo». «Facevamo a spintoni per salire prima degli altri sulla scialuppa», perfino «mi sono sentita in colpa perché ho pensato che al posto mio potevo far passare qualche bambino».

Erano molti i passeggeri che erano saliti sulla Costa Concordia partendo da Latina, Aprilia, San Felice Circeo, Terracina  che si sono ritrovati coinvolti nella tragedia dell’affondamento. Tra loro anche la cantante Manuela Zanier imbarcata con lo staff per lavoro,  Veronika Cutonilli in arte Nikasoul, a bordo con il programma Profesisone Lookmaker, il fotografo dei night, Amleto Pane di Latina, Nando Milano e sua moglie, Giorgio Del Monte, entrambi dipendenti di una emittente televisiva locale, Rosanna Olleia di Terracina, una vigilessa, Antonietta Simboli, in viaggio con la madre di 70 anni e il figlio di Aprilia e una ragazza di Fondi. Tutti raccontarono: “Era un inferno, sembrava il Titanic”.

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