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Latina, Casa dei papà separati, il servizio non parte

L'ex assessore Fanti: "Che fine fa fatto?"

L'ex assessore Patrizia Fanti con il sindaco di Latina Di Giorgi

L’ex assessore Patrizia Fanti con il sindaco di Latina Di Giorgi

LATINA – “La Casa dei papà separati, tre alloggi pronti ma il servizio non parte. Tutte le gare e i bandi relativi all’acquisto degli arredi erano stati fatti tramite il Consip, alcune hanno subito degli arresti. Che fine ha fatto la casa dei padri separati?”. Se lo chiede  l’ex assessore ai servizi sociali del Comune di Latina Patrizia Fanti: “Non fingiamo di non sapere che alcuni padri sono ospiti nei dormitori e che in tali condizioni sono costretti ad incontrare i figli nei giardini pubblici o nei centri commerciali”

Il progetto afferente ai servizi sociali, dal nome “A casa con papà” era nato nel 2011 quando la Fanti presentò all’assessorato ai servizi sociali della Regione Lazio una domanda di finanziamento di 200 mila euro.

TRE ALLOGGI QUASI PRONTI MA IL SERVIZIO NON PARTE – Soldi che servivano per arredare i tre alloggi con annesso un piccolo giardino in via Scipione L’Africano a Latina e per supportare il servizio che fornisce assistenza legale e psicologica ai papà separati. “A febbraio  – aggiunge Fanti – il progetto sembrava essere arrivato molto vicino al taglio del nastro, con le delibere sugli arredi dei tre alloggi pronte e solo alcuni dettagli da definire, a distanza di quasi sei mesi sembra che sia tutto fermo e che il progetto, sia stato ‘messo da parte’ con il cambio di guardia all’assessorato”.

GLI INTOPPI IN ALCUNI BANDI.”Il progetto – scrive la Fanti – coglie la esigenza del tutto oggettiva e documentata della accoglienza dei padri separati in appartamenti di proprietà del comune di Latina, padri che versano in condizioni economiche difficili a causa della crisi ed ancora a causa dell’incremento delle spese conseguente alla nascita di due separati nuclei familiari. Per questi uomini, le ristrettezze sono rese ancora più mortificanti dall’ impossibilità di esercitare il ruolo di genitore in un luogo idoneo che crei le condizioni della riservatezza ed intimità indispensabili. Ebbene quando ho “lasciato” l’assessorato l’ iniziativa era ad un buon punto: eseguite le pulizie, acquistate e montate le cucine, in itinere le gare per il completamento degli arredi. Erano stati ordinati anche i giochi per i giardini degli appartamenti, pensati nei minimi particolari proprio per permettere ai padri di ospitare i figli in un contesto accogliente e pensato per loro. Tutte le gare e i bandi relativi all’acquisto degli arredi erano stati fatti tramite il Consip, alcune erano andate a buon fine, altre hanno subito rallentamenti e arresti dovuti ad anomalie ed inadempienze nella documentazione fornita dalle ditte. Ma ad un passo dal realizzare il progetto fermarsi significherebbe disperdere una possibile risorsa per la genitorialità che permettere di dare continuità al rapporto padre-figlio, spesso nelle separazioni interrotto bruscamente proprio a causa del disagio economico e materiale”.

UN PROGETTO A SOSTEGNO DEI MINORI. “Ora atteso che il fenomeno del disagio per i papà separati non è finito – dice la Fanti – mi chiedo quando si intende provvedere alla apertura delle case ed agli atti conseguenti. Non fingiamo di non sapere che alcuni di essi sono ospiti nei dormitori e che in tali condizioni sono costretti ad incontrare i figli nei giardini pubblici o nei centri commerciali”. “Mi auguro che si comprenda che si tratta di un servizio importante per la città da inquadrare nell’ottica della famiglia e dei minori, due realtà su cui i servizi sociali dovrebbero fare anche una importante opera di prevenzione come in questo caso, e non solo intervenire a situazioni di ‘crisi e disagio’ già conclamate”.

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