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Vertenza Sapa, in sciopero della fame Tiziano Maronna della Fiom Cgil

Attesa per il tavolo al Mise, mentre resta il presidio in fabbrica

Stabilimento-Sapa-Fossanova

LATINA  – Uno sciopero della fame a tempo indefinito. E’ quello annunciato dal segretario generale della Fiom Cgil  di Latina Tiziano Maronna per dare forza alla lotta dei lavoratori della Sapa di Fossanova. Una decisione estrema a titolo personale e con finalità assolutamente costruttive, spiega in una nota il sindacalista, “a testimonianza di come vogliamo costringere le coscienze a non soprassedere e l’ipocrisia a non prendere il sopravvento, nel convincimento che le istanze dei lavoratori debbano comunque trovare asilo”.

Intanto è’ fissato a domani l’incontro presso il Ministero dello Sviluppo Economico, per discutere della vertenza Sapa. Questa mattina, all’interno dell’azienda  si è svolta una assemblea sindacale auto convocata dai lavoratori da cui è emersa la necessità di avviare un presidio permanente, la cui durata dipenderà solo dalla volontà aziendale di ritirare la procedura di mobilità e quindi di rinunciare alla chiusura del sito.

L’incontro ha visto la partecipazione dell’intera forza lavoro e delle segreterie territoriali di Fiom e Uilm rappresentate dai sindacalisti Tiziano Maronna e Roberto Caccavello. “Oggi, quelle madri e padri di famiglia che qualcuno ha tentato e tutt’oggi ancora tenta di far passare per sprovveduti, irresponsabili e pericolosi – afferma Tiziano Maronna – hanno mostrato una dignità ed un consapevole senso di responsabilità a dir poco sconosciuto alle loro controparti”. Dall’assemblea sono emerse con forza alcune priorità che costituiranno il perno della strategia sindacale, tra cui proprio un presidio permanente volto a dare visibilità alla vertenza e a preservare i beni materiali ed immateriali da atti vandalici o tentativi di «traslochi» da parte della proprietà. I lavoratori hanno inoltre, rigettato, quale idea di unica soluzione concretamente percorribile, il percorso degli ammortizzatori sociali che – spiegano – “oltre a sancire il licenziamento dei lavoratori ne certificherebbe inevitabilmente la perdita di dignità. Riteniamo l’eventuale riassorbimento di 10 – 15 unità una provocazione”.

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