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botta e risposta

Celentano replica a Lbc: “Ci costituiremo parte civile anche nel processo per i chioschi”

La sindaca replica alle accuse e agli inviti del movimento civico

LATINA – Dopo i rilievi tecnici dell’assessora Annalisa Muzio, la sindaca di Latina Matilde Celentano e l’intera maggioranza rispondono a Latina bene Comune che sabato ha tenuto una conferenza stampa per  tornare sugli esiti dell’inchiesta sui chioschi, nata da una denuncia dell’ex sindaco oggi capogruppo del movimento civico, e sula sentenza per la Metro. la conferenza stampa si è poi allargata al cantiere Malvaso, vista l’interrogazione presentata proprio da Lbc sulla riapertura dopo il lungo sequestro.

“E’ inaccettabile quello che ho ascoltato dalle registrazioni della conferenza stampa di Lbc tenuta questa mattina: esibire fatti del 2017 per riversare sull’amministrazione attuale la responsabilità politica di quegli eventi è un’azione vile oltre che calunniosa”, dice la sindaca Matilde Celentano e aggiunge: “Quando Coletta, riferendosi al caso dell’edificio di Borgo Piave,  dice che la sua impressione è  che la politica stia andando nella direzione della restituzione e della ricerca del consenso,  finge di dimenticare che il caso di Borgo Piave è identico a quello del palazzo di via Roccagorga, dove risiede un suo familiare: in entrambe le vicende gli uffici comunali, prima e dopo, hanno deciso di non proporre appello contro la decisione del Tar che ha ogni volta motivato sostenendo che non si può invocare la demolizione di un immobile se prima non è stato annullato il titolo edilizio rilasciato dal Comune. E’ successo con via Roccagorga, e gli uffici dell’amministrazione Coletta non hanno impugnato, ed è successo ora con il palazzo di Borgo Piave. Anche in quel caso, l’annullamento del permesso di costruire doveva e poteva essere assunto dall’amministrazione di Lbc, ma non da quella attuale perché i termini sono scaduti. Piuttosto ci sarebbe da domandarsi perché durante l’amministrazione Coletta si sia deciso di non andare al Consiglio di Stato per via Roccagorga e di andarci invece per la vicenda Corisma di via Ombrone. E’ per questo – insiste Matilde Celentano –  che non posso accettare accuse che davvero non riguardano me e nemmeno l’amministrazione  che dirigo. Vogliamo parlare delle transazioni e di quello che è costato al nostro Comune  il caso LatinaAmbiente? Coletta vuol far finta di non sapere che quella società promette di chiudere il fallimento con un attivo di 4 o 5 milioni di euro al netto di tutte le spese per onorare le pretese dei creditori e le parcelle della procedura? E vuole anche fingere di non sapere che le transazioni vengono proposte dagli uffici e autorizzate con parere favorevole dell’avvocatura? Qui siamo ben oltre la demagogia, questa è malafede”.

Sui chioschi, da Latina Bene Comune era arrivato l’invito a tutelare il bene comune, anche ricorrendo alla costituzione di parte civile. “Lbc  lo farà se tecnicamente questo è possibile”, aveva detto Coletta che aveva chiesto anche di chiarire la posizione del vicesindaco per un passaggio contenuto nelle intercettazioni dell’inchiesta della DDA.

“La frase pronunciata all’indirizzo dell’attuale vicesindaco (Massimiliano Carnevale) da uno degli indagati colpiti da misura restrittiva, è una frase che comunque la si voglia leggere vede l’amministratore nella veste di una persona minacciata, e dunque non può essere usata anche in questo caso per seminare sospetti  sull’operato dell’amministrazione – commenta la prima cittadina – . E voglio essere chiara, anzi chiarissima, ho l’abitudine di prestare fede a quello che dico, e come stiamo facendo da quando ci siamo insediati, ci costituiremo parte civile anche nel processo contro le persone accusate di aver turbato la gara dei chioschi. Questa maggioranza non ha bisogno delle lezioni di moralità e di legalità che Coletta vuole continuare a elargire sempre tenendo un occhio aperto sui comportamenti altrui e uno chiuso sui propri”.

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