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AVVOCATI INCATENATI A GAETA
Pronti a bloccare l’uscita di 7000 fascicoli
I cittadini consegnano le tessere elettorali

La sede distaccata di Gaeta occupata dagli avvocati

La sede distaccata di Gaeta occupata dagli avvocati

GAETA –  I cittadini di Gaeta riconsegnano le tessere elettorali all’associazione di avvocati che da tre giorni occupa il tribunale di Gaeta per protestare contro la riforma della geografia giudiziaria che prevede la chiusura della struttura e il trasferimento delle competenze al tribunale di Cassino.

Incatenati davanti all’ingresso del tribunale di Gaeta occupato da mercoledì sera per evitare che 7000 fascicoli giudiziari escano dal palazzo. Sono i fascicoli pendenti, che saranno trasferiti al tribunale di Terracina, mentre quelli nuovi si apriranno direttamente a Cassino.

Il giorno “zero” dell’attesa riforma della geografia giudiziaria del Paese è arrivato ieri e anche la scaramanzia avrebbe sconsigliato il via di venerdì 13.

Così gli avvocati del sud pontino si oppongono al taglio del palazzo di giustizia di Gaeta: “La nostra è  battaglia civile per la difesa di un diritto costituzionale come quello della giustizia sul territorio – dice Pasqualino Magliuzzi presidente dell’associazione avvocati sud pontino che coordina la protesta – Per il territorio é una gravissima offesa perché rimane sguarnito di servizio essenziale prossimo ai cittadini e mina la sicurezza degli stessi per le conclamate interferenze della criminalità organizzata». Questa mattina (seguendo l’esempio dei colleghi di Sora che ottenuto la sospensiva al trasferimento)  gli avvocati del Sud Pontino depositeranno  ricorso al Tar di Latina.

Il sindaco di Gaeta Cosmo Mitrano, ha dato incarico all’Avvocatura comunale di impugnare al Consiglio di Stato di Roma il provvedimento cautelare di rigetto emesso dal Tribunale amministrativo di Latina. Il ricorso è stato già notificato in mattinata ed è stata chiesta anche l’adozione di provvedimenti urgenti. Inoltre, il primo cittadino ha firmato un’istanza di riattivazione dei provvedimenti della procedura di edilizia giudiziaria inoltrata al presidente del tribunale di Cassino e al ministro della Giustizia Cancellieri, per ottenere il mantenimento della struttura della sede del tribunale di Gaeta, perlomeno in uso al tribunale accorpante di Cassino.

Solidarietà a sindaci, avvocati, operatori, forze sociali, e a tutti i cittadini viene espressa dal consigliere regionale del Pdl Giuseppe Simeone secondo il quale il mantenimento della sezione distaccata di Gaeta è indispensabile nel contesto socio economico del territorio.

Per il presidente della Camera di Commercio di Latina, Vincenzo Zottola denuncia in una nota il danno grave che le aziende pontine subiranno a causa della decisione del Governo e parla di depotenziamento ulteriore del sistema produttivo locale: “Chiude la sede giudiziaria di Gaeta senza che gli appelli dell’avvocatura e dell’intero territorio, comprese le attività produttive e commerciali del sud pontino, abbiano trovato ascolto presso il Governo del Paese. Il venir meno di una sede giudiziaria importante e produttiva come quella di Gaeta, competente su ben nove comuni: Gaeta, Formia, Minturno, Castelforte, SS. Cosma e Damiano, Spigno, Itri, Ponza e Ventotene, con l’accorpamento dei detti comuni al Tribunale di Cassino, comporta lo smembramento del territorio della provincia di Latina e la frammentazione di servizi che inevitabilmente si ripercuoteranno sulle attività produttive e commerciali della zona con dislocazione di uffici sempre meno prossimi alle attività stesse, con aumenti di costi e con ulteriore perdita di occupazione relativamente all’indotto commerciale e professionale che gravita intorno ad una istituzione importante come il Tribunale. Considerando, inoltre le ulteriori complicazioni burocratiche causate dalla dislocazione degli uffici e l’importanza del venir meno della prossimità della Giustizia e della possibilità delle risoluzione spedite delle controversie e dei contenziosi le cui lungaggini sono evidente danno per le aziende, è da constatare come la riforma determini un gravissimo depotenziamento del sistema produttivo locale, oltre che un preoccupante impoverimento delle infrastrutture del tessuto sociale”.

 

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