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FORMIA – Indaga la Direzione Distrettuale Antimafia di Roma sull’omicidio di Mario Piccolino, l’avvocato e blogger ucciso ieri pomeriggio a Formia da un colpo di pistola alla testa esploso da distanza ravvicinata da un killer che si è presentato come un suo cliente. Questa mattina in Procura a Cassino (competente per territorio) si è svolto un vertice tra le forze dell’ordine per fare il punto della situazione sulle indagini. Al vaglio degli investigatori ci sono tutte le piste e in queste ore il lavoro è a 360 gradi; si indaga sia sulla vita privata della vittima che su altri fronti, a partire anche dalla gestione del sito internet fino alle minacce di qualche tempo fa ma al momento è prematuro ipotizzare collegamenti hanno fatto sapere gli investigatori.
IL KILLER – Il profilo criminale che stanno cercando di individuare sembra abbastanza difficile. Chi ha ucciso Piccolino in pieno giorno e nel centro di Formia evidentemente era una persona molto sicura, non è un caso che ha agito a volto scoperto e si è allontanato a piedi. Gli investigatori hanno un sommario identikit, un uomo di media età e di corparatura anche in questo caso media, che indossava un paio di bermuda e delle scarpe da tennis. Le indagini sono affidate agli agenti della Squadra Mobile di Latina che stanno lavorando insieme ai colleghi del commissariato di Formia. Si parte dalle analisi dei filmati delle telecamere che si trovano nella zona. Intanto a causa delle difficoltà economiche di Piccolino, sarà l’Ordine degli Avvocati di Latina a pagare i funerali.
CONSIGLIO COMUNALE – “Lo Stato dia un segnale ora, la città è in pericolo”. Addolorato anche per l’amicizia personale che lo legava all’avvocato-blogger Mario Piccolino, freddato nel suo studio da un killer che gli ha sparato alla testa, il sindaco di Formia, Sandro Bartolomeo ha parlato nel Consiglio Comunale che si è riunito questa mattina in via d’urgenza e in seduta aperta, per “Riflessioni e confronti sulla violenza nella nostra città e successive determinazioni”, così recita l’ordine del giorno.
BARTOLOMEO – “Mario, preferisco chiamarlo così, senza il titolo di avvocato di cui è un degnissimo rappresentante. Nonostante fosse in alcuni momenti una persona difficile, fino ai limiti delle provocazioni che tutti conosciamo, era una persona di un’intelligenza molto raffinata, molto profonda. Aveva una capacità di analisi dei problemi che è difficile ritrovare in genere nelle persone. Una persona con la schiena dritta, sempre pronto ad affermare le sue opininioni, anche quando impopolari e difficili da sostenere. Aveva un grande bisogno di sentire le persone vicine, il desiderio di avere tantissimi amici veri. La sua storia personale, i problemi che lo avevano riguardato facevano in lui più pressante l’esigenza di sentire le persone vicine. Mi dispiace sia stato talvolta considerato per quello che non era. Mi dispiace che insieme a tante critiche giuste, alcune volte abbia dovuto subire anche critiche ingiuste di chi non ha fatto nessuno sforzo per comprendere chi era Mario. Chi ha potuto conoscerlo sa che quello che sto dicendo, nella conoscenza di Mario, è profondamente vero. Ma oggi siamo qui riuniti per un aspetto assai più grave. La parte di dolore per la perdita di un amico dobbiamo avere la forza di metterlo da parte perché quello che oggi deve concentrare la nostra attenzione è la gravità dell’atto con cui è stata spezzata la sua vita, è stata ferita gravemenente l’intera comunità, con un salto di qualità per quello che è accaduto che ci allarma, ci sconcerta e ci angoscia. Non sappiamo il motivo per cui Mario è stato ucciso. Ce lo dovranno dire gli investigatori, magistrati e forze dell’ordine, e mi auguro anche che ce lo dicano presto. Però le modalità in cui è avvenuta questa tragedia sono tali che non si può non pensare ad una vera e propria esecuzione. Un gesto di tale livello criminale probabilmente ha bisogno di apporti esterni a quest’area. E allora non è difficile pensare che la strada da seguire, tra le altre, sia anche quella della criminalità organizzata. Da oggi quello che ha fatto Mario lo faremo ancora con più forza tutti. Non c’è timore che tenga. Questo è il messaggio che dà quest’aula che rappresenta questa città. I cittadini chiedano di essere maggiormente tutelati. La vicinanza a questi territori ci espone a questi rischi. Lo Stato deve essere ancora più presente. Nessuna polemica con le Istituzioni ma lo voglio dire con grande forza: aver sguarnito il territorio di una sezione distaccata del Tribunale mi è sembrata una scelta che sul piano politico definire demenziale è un aggettivo leggero. E’ arrivato il momento non solo di restituire protezione giudiziaria a questo territorio ma forse di andare oltre: è ora che le sezioni della Direzione Investigativa Antimafia arrivino anche a Formia. Questa sera fiaccolata che partirà alle 20 da piazza Vittoria. Vorrei chiedere ai sindaci di esserci con i gonfaloni delle loro città. Da Formia parta una grande battaglia perché il territorio si liberi di queste presenze. Questa situazione si interseca con la nostra festa patronale di Sant’Erasmo. Crediamo che sia giusto che per la sua parte religiosa questo giorno di commemorazione si faccia. Però abbiamo chiesto di annullare tutta la parte civile. Le illuminazioni sono per Mario, è il riconoscimento che noi vogliamo dargli”.
PREFETTO – Il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica è stato convocato d’urgenza dopo l’omicidio dell’avvocato. Alle 17 il caso sarà analizzato dal prefetto di Latina, Pierluigi Faloni, che ha convocato la riunione, e dai vertici delle forze dell’ordine e a cui prenderà parte anche il primo cittadino.
FIACCOLATA – R’inviata di mezz’ora (dunque alle 21) la fiaccolata che partirà da piazza Vittoria a cui parteciperà anche il Presidente dell’Osservatorio per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio, Giampiero Cioffredi.
IL CORDOGLIO DI LENOLA – Apprendiamo con sgomento la notizia dell’assassinio dell’Avv. Mario Piccolino, nella città di Formia, fatto grave e preoccupante non solo per la città di Formia ma per tutto il sud-pontino. La voce libera dell’Avv. Mario Piccolino, in diverse occasioni presente anche negli eventi organizzati da questo comune, è stata negli anni scorsi minacciata ed ora messa a tacere per sempre.Mentre confidiamo nel lavoro della magistratura inquirente, che speriamo, assicuri presto i responsabili alla giustizia esprimiamo la nostra sentita partecipazione alla famiglia dell’Avv. Piccolino, al Sindaco di Formia Sandro Bartolomeo e a tutta la comunità che egli amministra. E’ quanto si legge in una nota del sindaco di Lenola, Andrea Antogiovanni.
FUNERALI – Lunedì mattina sarà svolta l’autopsia sul corpo dell’avvocato e il primo cittadino ha proposto di fare i funerali mercoledì pomeriggio per garantire la partecipazione di tutti. “Insieme al funerale religioso, faremo un minuto di ricordo anche nella sala consiliare dove faremo la camera ardente. Questo è un problema che riguarda la città intera. Mario è morto ammazzato perché probabilmente era scomodo, diceva cose che non doveva ridire. A questo la città intera si ribella. Abbiamo il dovere di dare a Mario il massimo degli onori”.
LA CRONACA – Un colpo in fronte sparato appena l’avvocato ha aperto al suo assassino la porta dello studio di Formia in Via della Conca. Secondo la ricostruzione della polizia che sta ascoltando possibili testimoni, il killer si è fatto aprire dicendo di avere un appuntamento, ma una volta all’interno ha puntato la pistola dritta sulla fronte della vittima e ha fatto fuoco. Il legale non avrebbe nemmeno avuto il tempo di finire di chiedere al’uomo in bermuda che aveva davanti : “Chi sei?” . Gli investigatori del commissariato di Formia e della squadra Mobile coordinati dalla Procura di Cassino non escludono alcuna pista anche se quella della criminalità organizzata resta la più seguita per le modalità dell’agguato.
Piccolino negli ultimi anni aveva praticamente abbandonato la sua attività di avvocato e si era dedicato a gestire il portale Freevillage.it, era noto per le sue battaglie contro la criminalità, l’illegalità in genere e ultimamente si conduceva una sorta di campagna contro le sale gioco. Già nel 2009, sempre nel suo studio, l’avvocato era stato aggredito selvaggiamente, da Angelo Bardellino. Subì anche altri avvertimenti : davanti alla sua abitazione trovò teste mozzate e viscere di pesce.
L’allarme è stato lanciato da un ingegnere che lavora poco distante dalla casa dell’avvocato, il professionista avrebbe visto andare via il killer ancora con la pistola in mano, la sua versione è comunque al vaglio degli inquirenti.
ORDINE AVVOCATI – Una notizia sconvolgente, che ci ha toccato tutti, come uomini ancor prima che come Avvocati. Il brutale assassinio di cui è rimasto vittima l’Avv. Mario Piccolino è uno di quegli eventi dinanzi ai quali cadono le barriere culturali e le divisioni ideologiche. E’ uno di quei fatti che impongono la necessità di soffermarsi per riflettere seriamente non solo sul piano politico ed istituzionale, come è ovvio e logico che sia, ma anche sul piano personale, sul senso stesso della vita. Mario Piccolino era un nostro Iscritto, conosciuto dai più e sicuramente da tutti i Colleghi nel sud pontino, dove aveva operato per anni.La Magistratura, ne siamo convinti, farà il proprio dovere e confidiamo nelle indagini, nella speranza che quanto prima si faccia luce sulla vicenda. Il gesto in sé tuttavia ci disorienta, ci sbigottisce, ci annichilisce. Un Avvocato, impegnato negli ultimi anni in attività di denuncia sociale, ucciso nel proprio studio, ovverosia nel luogo dove ciascuno di noi passa la maggior parte del tempo cercando di risolvere i problemi dei propri assistiti, assolvendo ad una funzione di indubbia rilevanza sociale, contribuendo per tale via all’attuazione dell’ordinamento giuridico a fini di giustizia, come superbamente recitava il preambolo del vecchio Codice deontologico. Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Latina esprime il proprio cordoglio per l’accaduto e la propria vicinanza ai familiari ed agli amici del collega Mario Piccolino. Non può esimersi, tuttavia, dall’esprimere una considerazione (che è anche preoccupazione) che quanto successo sia invero accaduto in un territorio che la recente sciagurata e maldestra riforma delle circoscrizioni ha privato di un presidio giudiziario di primissimo rilievo, quale appunto era la Sezione Distaccata di Gaeta del Tribunale di Latina; un baluardo posto a sostegno ed a difesa della legalità, che una non condivisa legge dello Stato ha invece letteralmente spazzato via. Forse è arrivato il momento di ripensare certe scelte e di avere il coraggio di ammettere che esse si sono rivelate fallaci e che, pertanto, vanno rivisitate, rimeditate, cambiate. I territori ed i cittadini non possono essere lasciati da soli, inerti ed inermi di fronte a forze che rischiano di soverchiarli. E’ arrivato il momento di mantenere alto il livello di guardia e di attenzione e di agire concretamente e di conseguenza. Il sacrificio di Mario Piccolino, allora e soltanto allora, non sarà avvenuto invano.
CHI ERA Mario Piccolino aveva 71 anni compiuti lo scorso 20 maggio, era iscritto all’Ordine degli Avvocati di Latina e sul suo blog spesso in modo irriverente e polemico commentava i fatti del sud pontino ma anche quelli provinciali. Il suo ultimo pezzo riguarda l’apertura di alcune sale da gioco a Formia ma Piccolino era soprattutto conosciuto per le sue battaglie contro l’illegalità. In passato era stato minacciato e aveva subito intimidazioni: l’ultima volta 3 anni fa quando di fronte alla sua abitazione furono trovate alcune teste di pesce mozzate.
LE INDAGINI Ad agire sarebbe stato un uomo che indossava dei bermuda verdi e che ha suonato al campanello. <Sono un cliente dell’avvocato>, ha detto alla porta e in base ad alcune indiscrezioni che non sono ancora confermate sembra che tra la vittima e il killer ci sia stata una discussione e poi è stato esploso il colpo di pistola, una 9X21.
OSSERVATORIO PER L’ORDINE E LA SICUREZZA PUBBLICA – L’Osservatorio, indipendentemente dalle risultanze delle indagini sull’omicidio di Mario Piccolino, propone che tutte le forze sane del nostro circondario si facciano carico di riferire alle più alte cariche istituzionali individuate nei Prefetti di Latina e Frosinone, il Ministro dell’Interno e il Capo della Polizia, l’intervento dei quali è più che mai necessario nel Sud Pontino, zona che nel corso degli anni ha ospitato elementi di spicco della criminalità organizzata ormai ampiamente radicata; tale azione, finalizzata a contrastare il fenomeno mafioso, deve avere come obiettivo finale:
L’istituzione di una sezione della Squadra mobile di Latina dedicata solo alle organizzazioni di stampo mafioso e agli accertamenti patrimoniali con Ufficiali di polizia giudiziaria esperti nel settore.
Accorpamento delle risorse umane tra i vari presidi di Polizia della zona.
Nell’impossibilità di ottenere gli strumenti di cui ai punti precedenti creare una squadra di polizia giudiziaria con competenza nell’intera Provincia di Latina e che si occupi esclusivamente di mafia.
LE REAZIONI – Sull’episodio si affollano le voci della politica. Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti scrive “un fatto gravissimo che ci addolora e su cui va fatta al più presto piena luce”. Il senatore del Pd Raffaele Ranucci ha parlato di “un’esecuzione in piena regola di inaudita ferocia, un atto che richiama alla mente le tecniche della malavita organizzata”. Per il consigliere regionale di Forza Italia “tutta la città è colpita al cuore”. “Le battaglie di Piccolino per la legalità – scrive il presidente della Regione Lazio Daniele Leodori – resteranno a futura memoria”. “Non possiamo tacere il sentimento di angoscia per un fatto tragico che ci invita ad una riflessione profonda sui mali che si annidano nel tessuto civile delle nostre comunità”, sottolinea il segretario provinciale del Pd Salvatore La Penna.
SESA AMICI – Aggiungo poche parole. Una persona che ho conosciuto nei momenti pubblici. Una persona un po’ scomoda, per gli amici e per quelli che riteneva i nemici pubblici della città, quelli che non hanno volto né nome. Aveva scelto uno strumento micidiale, il blog. Era sicuramente scomodo e qualcuno ha deciso di ucciderlo perché anch’io credo che siamo in presenza di un salto. La ferita inferta alla città di Formia. il disegno di come è stato ucciso: 5 di pomeriggio, in una strada trafficata, volto scoperto. Vuol dire che non si è paura. E’ un salto di qualità. Forse lui non aveva paura ma la città di Formia non abbassa la testa. La reazione più immediata è quella di essere consapevoli che quello che è accaduto a questa città è qualcosa di più profondo. Che Formia sia stata nel corso degli anni una città di frontiera che per la sua posizione geografica e per le sue bellezze è diventata terreno di appetiti. A tutto questo dobbiamo dare delle risposte. Sandro ha chiesto che lo Stato metta a sua disposizione per tutto il comprensorio – e la presenza dei sindaci ne è una testimonianza – qualcosa di più di semplice protezione: investimento, conoscenza della specificità delle realtà. Ringrazio le forze dell’ordine, ci auguriamo che venga associato alla giustizia presto. Ma una cosa è certa. Allo Stato chiediamo lo sviluppo di questo territorio. La prox settimana chiedo che si faccia questo tavolo per affrontare in quella sede la necessità di rafforzamento del territorio in termini di uomini e risorse. Un luogo della Regione Lazio e non la periferia di un’altra regione martoriata, può far fare un salto di qualità nelle investigazioni. La sicurezza di vivere una città è data dal fatto che dobbiamo colpire chi ha messo a tacere una voce di libertà e quando a quelle voci si oppone la violenza, la saldatura tra stato, istituzioni e società civile è essenziale. Sarà mio compito farlo anche con tutte le altre forze politiche. Il bene di Formia deve essere un bene di tutti e non di una parte sola. Siamo chiamati a dare risposte non banali.
GIUSEPPE SIMEONE – Brutta giornata per Formia. Ieri è successa una cosa che inquieta molto la vita di tutti noi. Non è un incidente di percorso che ognuno può avere per una violenta discussione. Qui ci troviamo di fronte a un fatto molto diverso. Questa è un’esecuzione camorristica e questo ci lascia sgomenti, ci dà molta preoccupazione. Anche questo territorio si sta avvicinando a livelli preoccupanti. Il sostituto procuratore della Dda Diana De Martino ci disse che in questo territorio esistono sì delle infiltrazioni di persone e famiglie pericolose ma non è a sistema, cioè è a fortemente a rischio ma il tessuto sociale della comunità è sano. Si alzi ancor di più la guardia. Ringraziamo le forze dell’ordine. Fenomeni di piccola criminalità sono stati prontamente arginati. Qui è successa una cosa che evidentemente va oltre le loro conoscenze. E’ stata una grossa perdita la chiusura del tribunale di Gaeta e non solo perché abbiamo perso un presidio di legalità. In Parlamento l’abbiamo liquidata troppo frettolosamente la nostra riorganizzazione giudiziaria. Oggi siamo sotto la Procura di Cassino. Oggi c’è confusione. Il procuratore interloquisce con i carabinieri di Formia ma si vede poco con i comandi provinciali delle forze dell’ordine che sono a Latina. L’integrità provinciale serve a questo. E’ meglio Cassino perché in venti minuti siamo lì? Non è questo, quello è per aspetti meramente amministrativi. Cassino ha un piccolo territorio: Formia, Gaeta, Minturno. Non ha Fondi, ad esempio. Mario Piccolino lo ha descritto benissimo il sindaco. Era un personaggio stravagante, è vero. Ha avuto anche una vita difficile. Era forse ingombrante nelle riunioni ma l’omicidio è un’altra cosa. Non è permesso. Come Istituzioni la guardia deve essere ancora più alta. La città dice no a questi episodi. Io parlerò con il presidente del comitato regionale per la sicurezza e la legalità, l’avvocato Cioffredi. Il colpo a Mario Piccolino è stato un colpo a tutta questa comunità. Questa comunità non può essere questa. Non minimizziamo e non ingigantiamo. La nostra comunità è sana ma è a rischio. Un grande saluto a Mario Piccolino che ha rappresentato una storia per Formia.
ENRICO PAONE – Conosco Mario da sempre, un tipo bislacco, animato da una certa spavalderia. Da ragazzi, prese il pattino e andò sotto la Little Rock che era la nave ammiraglia e gli grida: “Yankee go home”. Il suo pattino è stato negli ultimi tempi il suo blog di Freevillage. Parlavamo spesso di lui, del futuro, del poco futuro che forse gli spettava. Sono stato anche criticato da lui. Mario aveva una visione delle cose particolari ma sicuramente era rigoroso per quanto riguarda l’appartenenza. Lui stava dalla parte dei sopraffatti, non dei sopraffattori. E’ stato colpito un pezzo di storia di questa città. Chi lo ha ammazzato? La camorra, è stato un atto compiuto dalla delinquenza locale? L’atto è sicuramente di stampo camorristico. Noi dovremmo parlare anche di cosa si avvale la camorra. E’ anche un fatto mentale, culturale e questo alimenta la camorra organizzata. Quand’è che c’è la camorra? Quando penso che, da amministratore, ho diritto a privilegi. Dovrei pensare a delle rinunce. Se il terreno che mi appartiene può diventare, da agricolo ad uso residenziale, forse devo poterci rinunciare. Se ho un bando e ho un fratello, un figlio, un cugino, è anche giusto che io lo faccia. C’è camorra quando c’è intolleranza nei confronti del diverso. C’è camorra quando si dice a proposito di questo tragico evento – ed è successo e non ti aspetti che lo dica un insegnante -: “Un rompipalle in meno”. C’è camorra quando pensi a tirare a campare perché tanto domani è un altro giorno. C’è camorra se questo evento serve a condannare altri e ad autoassolversi. C’è camorra se da decenni diciamo che la lotta è di lunga durata e non la inizi mai e tra 10 anni ti troverai a dirlo di nuovo. Lo dico senza nessuna retorica perché è quello che penso. Io mi sento sul banco degli imputati, sia come cittadino che come amministratore.
PATRIZIA GAETANO – SINDACO DI CASTELFORTE
Sono profondamente colpita. Viviamo quotidianamente situazioni a rischio. Un caloroso invito lo faccio al governo. Dobbiamo ringraziare le nostre forze dell’ordine perché operano con pochi mezzi e con grande professionalità. Bisogna interessare il governo perché questo sia aumentato. Se non hanno i mezzi non riescono a tutelare le nostre comunità. Non abbassiamo la guardia.
COSMO MITRANO – SINDACO DI GAETA
Sono sconvolto. Un’azione vile che non ti fa tranquillo tranquillo, come amministratore e come cittadino. Una persona al di fuori della norma ma tranquillo. Mi diceva: “Sindaco, tu mi sei simpatico”. Una persona buona. Forse anche involontariamente ha scoperto qualche nervo che non doveva scoprire. Questo ti fa accendere l’allarme rosso. Sono padre di due bambini. Vogliamo vivere nella tranquillità e nella sicurezza. Le forze dell’ordine stanno svolgendo il loro lavoro egregiamente, “con una scarpa e una ciavatta” riescono a portare a termine la loro missione. Qui è un problema di cultura. Siamo abituati a ritrovarci in queste assise sempre il giorno dopo. Dobbiamo imparare a prevenire queste situazioni. Un po’ tutti facciamo il “mea culpa” per la chiusura del tribunale del Golfo – non di Gaeta – per tutta la nuova geografia giudiziaria. Questo è un problema non di parte ma dell’intera comunità. Dobbiamo difendere la nostra libertà individuale. Quella di ieri è una ferita di tutte le città del Golfo di Gaeta e di tutta la provincia di Latina. Manterremo la schiena dritta e la testa alta.
PAOLO GRAZIANO, SINDACO DI MINTURNO
Un’esecuzione, un salto di qualità: credo sia la prima volta che succede. Qualcosa di intollerabile. Non è un problema di Formia ma di tutti noi. Siamo nella stessa barca. L’appello che fai al governo, oggi qui rappresentato dall’on. Amici, lo dobbiamo seguire tutti. Dobbiamo fare sistema. Il nostro territorio, con tutti i suoi limiti, non ha di questi problemi a livello endemico, non deve essere aggredito. Piccolino l’ho visto l’ultima volta all’inaugurazione dello Yacht MEd Festival. Lo ricordo così: con il suo sorriso e le sue provocazioni. Dobbiamo essere uniti e sempre vigili perché non si abbassi mai la guardia. Dobbiamo portare avanti un discorso per riaffermare la legalità nel nostro comprensorio.
GIUSEPPE DE SANTIS, SINDACO DI ITRI
Essere qui è impegno per tutte le amministrazioni: governo, regione, comuni. Ricordo Mario con molta simpatia. Se Mario mancava a quella manifestazione mancava qualcosa. Abbiamo il dovere di educare i nostri figli. Sono molto vicino alla comunità di Formia. Chi mi conosce sa che io ragiono per comprensorio. Abbiamo fatto presidi dappertutto per evitare l’eliminazione del tribunale di Gaeta. Una scelta sbagliata che allungava ulteriormente le distanze da Provincia e Regione. Dobbiamo comunque ringraziare le forze dell’ordine che fanno il loro dovere. A volte lavorano in condizioni di disagio. E questo non fa che incentivare la malavita.