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La nota della redazione di Latina de Il Messaggero

#nontoccatelatina, solidarietà al collega Vittorio Buongiorno

Gravissimo atto intimidatorio, attacco alla libertà di stampa

messaggero annaLATINA – Il Coordinamento dei collaboratori della redazione di Latina del quotidiano Il Messaggero esprime la massima e incondizionata solidarietà, oltre ad affetto e vicinanza, al collega e amico Vittorio Buongiorno, caposervizio della sede pontina del quotidiano, vittima nel gennaio scorso di un gravissimo atto intimidatorio, teso non solo a ledere la sua persona, ma, più in generale, la libertà di stampa dell’intera categoria, libertà sancita dalla Costituzione della Repubblica Italiana.

Un atto intimidatorio perpetrato con modalità di stampo mafioso: una frase, «Hai visto cosa succede a chi usa la penna scorrettamente?» (con palese riferimento a quanto accaduto pochi giorni prima al giornale parigino Charlie Hebdo, dove molti colleghi caddero vittime del terrorismo internazionale), profferita da Gianluca Tuma all’uscita della Messa domenicale, con la spavalderia di chi pensa di restare impunito.

Nel giorno, sabato 17 ottobre, in cui a Latina, alle 18, in piazza del Popolo, si svolge la manifestazione #nontoccatelatina a sostegno della legalità, e nel ringraziare la magistratura e le forze dell’ordine per il quotidiano lavoro che, anche a fronte di rischi e sacrifici, ha portato al risultato dell’indagine Don’t Touch, il Coordinamento esprime a Vittorio, quotidiano faro per noi tutti di esperienza giornalistica e fermezza nella libertà di stampa, la profonda stima, ma soprattutto il ringraziamento per essere un esempio irreprensibile. La sua condotta, nell’estrema gravità dei fatti che non può non averlo condotto a preoccupazioni rivolte non solo alla sua singola persona, è stata esemplare: dopo aver affrontato senza arretrare di un passo chi gli si era posto davanti, ha immediatamente denunciato alle autorità quanto avvenuto. Ma, soprattutto, e questo è il punto più importante, ha anteposto il cittadino al giornalista, frenando l’impeto di denunciare immediatamente anche sul giornale quanto accaduto, per non compromettere lo svolgimento delle indagini.

Molte, troppe volte, ancora, in Italia in generale, e in provincia di Latina in particolare, la libertà di stampa viene attaccata da gesti, non solo come quello di cui è stato vittima Vittorio, ma anche da altri che potrebbero apparire di scarso significato: gesti che vengono non solo da persone oggi indagate per reati gravissimi, ma anche da figure politiche, se non addirittura rappresentanti delle istituzioni, protagoniste di querele a seguito di pubblicazione di notizie poco gradite.

È quindi in momenti come questi che non solo ogni giornalista, ma soprattutto ogni cittadino, è chiamato a fare quadrato in nome della legalità e della trasparenza, intorno alle istituzioni, intorno alla magistratura, intorno alle forze dell’ordine, intorno alla stampa che, anch’essa protagonista di indagini, ogni giorno svolge la funzione principale della moderna democrazia: l’informazione. Perché non esiste democrazia, né ci può essere libertà, se prima non esiste una libera informazione che consenta alle coscienze di formare una propria opinione sui fatti che avvengono ogni giorno.

Noi siamo con Vittorio. Noi siamo con la legalità e la libertà. Noi siamo con l’Italia.

 

(Coordinamento dei collaboratori della redazione di Latina de Il Messaggero)

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