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la storia

Gianfranco Pannone paga il biglietto del treno a un migrante e diventa una star

Il regista di Latina: "Non è un gesto buonista, ma umanità. Il Mediterraneo mi ha insegnato a fare così"

LATINA – In un momento in cui chi aiuta gli immigrati si macchia (lo sottolinea Left in un articolo da leggere ) del “reato di solidarietà”, fa notizia il gesto del regista di Latina Gianfranco Pannone  che qualche giorno fa ha pagato con altri tre passeggeri il biglietto ad un  ragazzo nero sul Frecciarossa Roma/Napoli. “Non vorrei però – dice Pannone – che fosse considerato in un’ottica “buonista” (e anche pietistica). Come pure mi dispiace che taluni abbiamo considerato la mia esternazione come un atto esibito e non privo di compiacimento. E che altri ancora abbiano considerato il virgolettato “quelli del Nord” come una mancanza di rispetto per gli italiani di su ai limiti del razzismo.  Io intendevo solo ribadire una tendenza, molto presente tra “quelli del Sud”, ad anteporre il cuore al principio, credo per una condizione storico-antropologica in cui diventa più facile mettersi nei panni dell’altro”.

La notizia pubblicata sul portale Vesuviolive ha infatti scatenato reazioni e commenti, condivisioni e reazioni (positive e negative): “Figuratevi che è arrivato finanche un invito a un programma televisivo! (dove infine ho deciso di andare)  – dice Pannone  – Evidentemente la questione migranti legata al dare/avere tra chi sta qui e chi qui è approdato in qualche modo, è un nervo scoperto per tutti noi: quelli che invocano (certo, giustamente) che si paghi tutti il biglietto del treno e quelli che, non certo per pietismo, preferiscono considerare anche la reale condizione di chi è stato colto in fallo. Io opto, nei casi come quello accadutomi 3 giorni addietro, per un gesto di umanità. Sul piano della logica so di avere torto, ma il Mediterraneo mi ha insegnato ad essere così. Mi scuso se ho offeso qualcuno, la mia è stata un’esternazione libera e spontanea; dettata anch’essa dal cuore, ma al tempo stesso provocata pure dall’essere un documentarista che da anni ormai prova a posizionarsi sulla realtà (o, meglio, sulle realtà) in modo vigile e appassionato”.

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