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Roberto D’Erme padre d’arte di Calcutta: “Quello bravo è lui, mi piace la sua musica”

Il concerto di papà al Cheers di piazza del Quadrato, mentre il 21 Edoardo suona al Francioni

LATINA – “Non è lui il figlio d’arte. Sono io padre d’arte”. Sorride, Roberto D’Erme parlando, volentieri e controvoglia allo stesso tempo, di suo figlio Calcutta, mentre si presenta Eppy in jazz,  la manifestazione di musica itinerante che si svolgerà oggi (14 luglio) a Latina con tre concerti green, i cui protagonisti arriveranno a bordo dei mezzi del car sharing elettrico: “Jazz a Piazza del Popolo” alle 19:00 con Erasmo Bencivenga Trio all’Enoteca dell’Orologio; “Jazz da Bacco” con solista Aldo Bassi (dalle 22), da Bacco e Venere,  e giusto al centro, alle  20:30, “Jazz al Quadrato”, con la voce di Roberto D’Erme  in Quasi jazz al Cheers in Piazza del Quadrato.

Gioco-forza, Roberto, il travolgente musicista di Latina che canta in un napoletano verace imparato da bambino orecchiando  i migranti campani, oggi si ritrova genitore del più famoso Calcutta e qualche volta  – confessa – diventa anche difficile bere qualcosa al bar insieme con suo figlio, perché i fan sono ovunque. Fra qualche giorno, quella stessa orda di seguaci arriverà in massa a Latina per il concerto del 21 luglio, orario insolito, e un po’ sui generis, proprio come l’artista che salirà sul palco: 18,30.

“E’ una buona opportunità per mostrare la nostra città, Latina città aperta. Latina delle contaminazioni, dove le razze si sono mischiate bene e hanno prodotto bellezza – dice Roberto –  Ragazzi arriveranno da ogni parte d’Italia, sono 16 mila circa quelli che hanno comprato i biglietti da fuori, è una grande occasione per noi, per raccontare che città siamo, anche se non abbiamo una storia millenaria abbiamo le nostre peculiarità”.

Le nonne di Calcutta quel giorno saranno sul balcone di casa, in centro città, a pochi metri dal Francioni per seguire il concerto del nipote senza dover stare nella calca, mentre tutt’intorno si diffonderanno le parole e la musica di Cosa mi manchi a fare, Oroscopo, Orgasmo, Natalios, che è anche la preferita di papà. “Edoardo ha sempre scritto bene, ammiro i suoi testi, e ora è cresciuto anche musicalmente e dal punto di vista canoro. La sua musica mi piace, soprattutto le ballads”.

Del resto, se la musica scorre nelle vene di Edoardo sarà anche per Roberto, perché i geni passano di padre in figlio: “Non ho meriti, Edoardo si è fatto completamente da solo, salvo qualche accordo alla chitarra e l’aver respirato in casa quest’aria – racconta  – Diciamo che i meriti maggiori li ha la madre. Se è così, è di certo grazie a lei, che non ha perso la sua semplicità ed è così distante dalle cose materiali”.

Sarebbe bello sentirli cantare insieme a Latina, ma la scaletta non lo prevede: “Io canto e suono da sempre per diletto, l’artista vero è lui – dice, mentre in mille radio passa Paracetamolo, l’ultimo pezzo con cui il cantante di Latina ha aumentato la sua popolarità e conquistato – suo malgrado – il palco degli stadi: 50 mila persone hanno comprato i biglietti per ascoltarlo il 21 luglio al Francioni e il 6 agosto nel tempio della musica, l’Arena di Verona. La proverbiale timidezza di Calcutta sarà il nemico da battere.

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