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indagini sull'orrore

Desireé, i funerali martedì a Cisterna

Il giudice: "Stupro pianificato"

LATINA –   Saranno celebrati domani a Cisterna i funerali di Desiree Mariottini. La funzione è fissata per martedì alle 15,30 nella chiesa del popolare quartiere di San Valentino. L’autorità giudiziaria ha dunque disposto la restituzione del corpo alla famiglia.

Intanto l’inchiesta non si ferma anche se il quadro ora appare drammaticamente più chiaro. Si attendono gli esiti degli esami del Dna per stabilire se ci siano state altre persone quella notte terribile, ad abusare della ragazza di Cisterna.

I PUSHER – Tra le cose che gli investigatori stanno passando al setaccio c’è il mondo dei pusher che gravita intorno al “buco nero” di via dei Lucani. Infatti, gli africani spacciatori che hanno fatto scempio del corpo e della vita di Desireé Mariottini, la giovane ragazza bianca che frequentava lo stabile di Via dei Lucani sempre in cerca di una dose, sembra venissero riforniti di droga da pusher italiani. E in particolare sarebbe stato uno spacciatore di nome Marco a portare nel covo le pasticche che, unite al resto di droghe e farmaci, ha composto il mix mortale con cui la ragazza di Cisterna è stata prima resa inerme, poi violentata, quindi lasciata morire. Gli investigatori della squadra mobile di Roma stanno effettuando verifiche proprio per stabilire quali fossero i canali di approvvigionamento degli stupefacenti e delle altre sostanze psicotrope.

STUPRO PIANIFICATO – L’orrore non ha fine e, da quanto emerso negli ultimi giorni, dopo l’ordinanza del gip di Roma Maria Paola Tomaselli che lascia in carcere i primi tre arrestati tutti accusati di omicidio volontario cessione di droga e violenza sessuale di gruppo pluriaggravati, lo stupro della 16 enne di Cisterna era stato pianificato. Le avevano assicurato che quel mix  era solo metadone e lei che era in crisi di astinenza, lo ha preso. Invece sapevano di privarla di qualunque capacità di reazione per poi violentarla a turno.

I COMPLICI – Potrebbero essere accusate a vario titolo di complicità nell’omicidio, e di omissione di soccorso, tutte le persone che assisterono alle ultime ore di vita della ragazza, allo stupro e ai tentativi di rianimarla con l’acqua prima che diventasse cianotica, e che ubbidirono all’ordine dei pusher  di non chiamare i soccorsi: “Meglio che lei muore che noi in galera”.

I GENITORI – Gli inquirenti hanno ascoltato anche i genitori di Desireé, Barbara Mariottini e Gianluca Zuncheddu. Entrambi hanno raccontato della paura provata quando hanno capito che la figlia aveva frequentazioni sbagliate. La mamma aveva trovato stagnola bruciata in casa e messaggi sospetti dai quali aveva capito che si trattava di droga e pusher.  Per questo aveva chiesto aiuto all’ex compagno Gianluca Zuncheddu dal quale era separata e che per decreto del giudice non poteva avvicinarsi alla figlia. Anche i suoi tentativi di tenerla lontana dalla droga non erano serviti.

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