LATINA – Il Lazio abolisce la tassa nazionale fissa di 10 euro a prestazione che si aggiungeva al ticket per le prestazioni specialistiche ambulatoriali. La novità interessa circa 400mila persone tra over 60 e categorie svantaggiate. L’intesa è stata firmata questa mattina dall’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato e il vice presidente della Regione Lazio, Daniele Leodori con i segretari regionali di CGIL, CISL e UIL . “Eliminiamo una tassa nazionale iniqua – spiega l’Assessore D’Amato – Un risultato straordinario raggiunto grazie alla collaborazione di tutti e che ci permette di compiere un ulteriore passo in avanti verso una sanità più giusta ed equa”.
CHE COSA CAMBIA – In pratica fino ad oggi al ticket per qualsiasi tipo di prestazione di specialistica ambulatoriale si doveva aggiungere una quota fissa di 10 euro sulla ricetta, quota replicata per ogni singola ricetta (escluse esenzioni già previste). “Dall’entrata in vigore del Decreto del Commissario ad acta – spiega Leodori – circa 400 mila cittadini non pagheranno più il super ticket. Verrà applicata l’esenzione dalla quota fissa di 10 euro del super ticket nazionale per gli over 60 con reddito familiare inferiore a 36.151,98 euro (esenzione codice E01), ai minori ospitati in strutture residenziali socio assistenziali, alle donne vittime di violenza e figli minori a carico, accolti in strutture residenziali, ai minori in affidamento familiare ed ai cittadini indigenti ENI (europei non iscritti) che non sono iscritti al Servizio sanitario nazionale”. La Regione Lazio nel 2016 aveva già disposto l’abrogazione della quota regionale di compartecipazione alla spesa sanitaria, abrogando il ticket di 15 euro sulla diagnostica (5 euro sulla fisioterapia e 4 euro per le visite specialiste e ambulatoriali).
“Una importante intesa – dichiarano congiuntamente i segretari regionali di CGIL, CISL e UIL – che può rappresentare un passo importante per rilanciare il servizio sanitario pubblico nella nostra regione. Dopo anni di commissariamento che hanno risanato i conti adesso è il momento di investire sul lavoro e sui servizi. Occupazione di qualità e servizi realmente esigibili sono i prossimi passi su cui proseguire il confronto”.
