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Gestione dell’acqua in provincia di Latina, Gaia Pernarella interroga la giunta regionale del Lazio

La consigliera regionale Cinquestelle chiede chiarimenti dopo il rapporto dell'Autorità garante visto lo stato di calamità

LATINA – “Quali sono le attività di controllo che la Regione sta mettendo in campo sul gestore del servizio idrico dell’Ato 4 alla luce dell’ultimo rapporto dell’Autorità Nazionale di Regolazione per l’Energia Reti e Ambiente? Quali invece gli adempimenti attuati relativamente alla Legge Regionale n. 5 del 2014?” Lo chiede Gaia Pernarella, consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, interroga la Giunta regionale del Lazio in merito alla qualità delle acque nella provincia di Latina e al servizio offerto dal gestore dell’ATO 4 Acqualatina spa.

“Nei giorni scorsi, prima ancora che il Presidente della Regione dichiarasse lo stato di calamità naturale regionale a causa della grave crisi idrica determinatasi per l’assenza di precipitazioni meteorologiche – spiega Pernarella -, abbiamo letto con apprensione il rapporto qualità dell’ARERA dove, annualmente e mediante sei macro indicatori, sono esaminate le performance di tutti i gestori idrici italiani. Ancora una volta ad attirare la nostra attenzione è stato il gestore dell’ATO 4 che per quanto riguarda i parametri M1 (perdite idriche), M2 (interruzione di servizio idrico) e M3 (qualità acqua erogata) è stato classificato dall’ARERA come “classe scarsa” con dati molto al di sotto della media nazionale, mentre per il parametro M4 (adeguatezza del sistema fognario), non ha fornito alcun dato. Una fotografia della situazione che ritengo allarmante considerato non solo gli ingenti finanziamenti statali e regionali erogati nel corso degli ultimi anni ma anche i ripetuti aumenti delle tariffe a carico dell’utenza, ultimo quello di lunedì, che non solo pongono il costo medio di approvvigionamento per famiglia nell’ATO 4 ben oltre la spesa media regionale ma non hanno nemmeno prodotto alcun miglioramento dal punto di vista delle dispersioni idriche che, in molte parti della rete idrica, ancora superano il 70%. Senza contare poi come nel corso degli anni, in occasione di eventi metereologici a carattere di rovescio, si sono verificati ripetuti episodi di torbidità delle acque in tutti i comuni del sud pontino tanto da rendersi necessario il ricorso al posizionamento di autobotti sostitutive tese a garantire il servizio anche, vedi analisi ARPA del dicembre 2019, causa la presenza di valori della carica batterica “Escherichia Coli” al di sopra dei limiti di legge”.

“Considerato che con la decretazione dello stato di calamità naturale vengono meno tutte le garanzie previste dalla Carta dei Servizi sollevando inoltre da ogni responsabilità sulla qualità del servizio idrico integrato i gestori, non vorremmo assistere a un ulteriore peggioramento della già grave situazione”, conclude Pernarella.

 

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