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cronaca

Barca al porto di Anzio e reddito di cittadinanza: denunciato un imprenditore

Le Fiamme Gialle hanno incrociato i dati con quelli dell' Inps

ANZIO – Non gli bastava avere un Isee da 160mila euro, voleva anche il reddito di cittadinanza. Così un imprenditore si è messo nei guai da solo finendo nelle maglie dei controlli della Fiamme Gialle per verificare le posizioni dei percettori del beneficio. per ottenerlo aveva fornito false dichiarazioni circa il possesso di beni e precisamente in relazione alla previsione normativa che riguarda espressamente la nautica da diporto (art. 2 comma 1, lettera c, punto 2): “Il cittadino che intende avvalersi della suddetta misura assistenziale non deve essere intestatario di navi o imbarcazioni da diporto. Lo stesso vale per tutti i componenti del proprio nucleo familiare”.

Così, dopo i 3.800 controlli di polizia eseguiti in mare, le fiamme gialle aeronavali di Civitavecchia stanno incrociando uno a uno i dati in possesso al Corpo con quelli dell’’I.N.P.S. per verificare l’illecita percezione del reddito di cittadinanza, e l’indagine ha già permesso di individuare 13 persone che hanno percepito in questi anni oltre 98.000 euro. Sono quasi tutti intestatari di imbarcazioni che avevano tenuto nascoste. L’ultimo, in ordine di tempo, è stato smascherato dalla Sezione Operativa Navale di Anzio: si tratta di un cittadino italiano che usufruiva di una imbarcazione intestata ad una società di cui era amministratore unico; nella sua dichiarazione aveva “dimenticato” di dichiarare che era rappresentante e amministratore in carica di ben  sette società regolarmente iscritte nel registro delle imprese, di essere in possesso di partecipazioni societarie per un valore di oltre euro 100.000 e di avere un patrimonio immobiliare, definito ai fini dell’I.S.E.E, del valore di 160.000 euro.

“L’attività condotta è un chiaro esempio della trasversalità dell’azione investigativa dimostrata  dagli specialisti del comparto aeronavale della Guardia di Finanza – si legge in una nota del corpo –  che partendo da un semplice controllo a mare, grazie al costante aggiornamento delle tecniche di investigazione economico finanziaria, riescono a contrastare l’azione dei “furbetti”, che sottraggono risorse dello Stato destinate a persone bisognose e/o svantaggiate”.

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