LATINA – Un questionario per capire chi promuove e chi boccia – a distanza di oltre un anno – il trasferimento del mercato annonario nei capannoni dell’ex Consorzio Agrario. E’ l’iniziativa di Latina Bene Comune. Gli operatori (hanno risposto la metà) si sono detti d’accordo sulla situazione di precarietà e insicurezza in cui versa la struttura di Via Don Minzoni anche in riferimento ai rilievi fatti dai Vigili del Fuoco “rispetto alla situazione di scarsa agibilità del mercato, e al conseguente rischio di chiusura”.
VINCE LA SEDE ATTUALE – “Diversa e curiosamente caratterizzata per età e sesso è la valutazione sull’opportunità di rimanere nella collocazione attuale oppure tornare nell’immobile di Via Don Morosini – scrive in una nota il movimento politico guidato da Damiano Coletta – Per la prima ipotesi si sono schierate le persone anziane e di sesso femminile, mentre per il ritorno al vecchio “mercato coperto” si sono espressi gli uomini e i più giovani”. La maggior parte degli intervistati ha comunque votato per la soluzione attuale, lasciare il mercato nei capannoni dell’ex consorzio agrario con alcuni accorgimenti per renderlo più funzionale al suo interno, rivendendo anche parcheggi e viabilità.
IL PROJECT FINANCING – La soluzione scelta per ristrutturare la vecchia sede di Via Don Morosini era stata quella della finanza di progetto, ma come molti interventi pubblici si è arenato e la ditta vincitrice ha chiesto un milione di euro di risarcimento. “A questo problema – dicono da LBC – fa da contraltare l’ingarbugliata vicenda della Casa della Musica e della relativa Biblioteca, i cui locali sono stati consegnati nel febbraio scorso dal Comune all’Associazione DMI (Dizionario della Musica Italiana). Tali locali si trovano all’interno dello stesso edificio che ospita il mercato annonario”. Per portare avanti il progetto casa della Musica dunque sarebbe necessario il ritorno del mercato in Via Don Morosini. “Trattandosi di investimenti produttivi – conclude LbC – , i soldi necessari possono essere reperiti con l’accensione di un apposito mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti che sarà garantito dalle entrante derivanti dall’affitto di altre strutture di proprietà dell’ente: in particolare dello stadio comunale, della piscina del palazzetto dello sport e di altri impianti finora misteriosamente ignorati dalle riscossioni dell’amministrazione”.
