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il caso

Camera di Commercio, dimissioni in massa, contro Zottola

La nota di 14 consiglieri: " Gestione autoreferenziale personalistica e non partecipativa"

Vincenzo Zottola

Vincenzo Zottola

LATINA – Il primo aprile la maggior parte dei consiglieri della camera di commercio di Latina in rappresentanza delle Associazioni maggiormente rappresentative dei comparti del commercio, servizi, turismo, pmi, industria, agricoltura e cooperazione hanno rassegnato le proprie irrevocabili dimissioni. Lo si legge in una nota nella quale si spiega che la “decisione è da intendersi quale espressa manifestazione di dissenso nei confronti della Presidenza Zottola, contraddistinta da una gestione autoreferenziale, personalistica e non partecipativa nei confronti degli organi collegiali, nonché del Sistema Associativo e senza tener conto delle esigenze dell’intero territorio provinciale”.
Secondo Salvatore Di Cecca, Paolo Galante, Giampiero Mangoni, Floriana Toccaceli, Roberto Tammetta, Luca Targa
Antonella Masocco, Pierpaolo Pontecorvo, Giulia Braca, Claudio Francia, Emiliano Scinicariello, Adelino Lesti, Carlo Crocetti, Giuseppe Fiacco, la gestione Zottola è interessata solo ai temi dell’economia del mare “di cui si condivide l’importanza ma non le modalità gestionali”. I dimissionari sottolineano che “sono stati tralasciati dalla Presidenza Zottola totalmente tutti gli altri settori ritenuti ed individuati invece, nella programmazione camerale come altrettanto strategici per il sistema economico Provinciale, con conseguente grave pregiudizio per lo Sviluppo dello stesso”. Una posizione espressa più volte in passato apertamente da Unindustria.
Critiche dure anche sul sistema barricadero adottato dal preisdente: “Nel pieno dell’iter di approvazione della nuova normativa del Sistema delle Camere di Commercio, nonostante le continue sollecitazioni e le continue rassicurazioni ricevute anche nel corso delle riunioni degli Organi (Consiglio e Giunta), la Sua Presidenza non ha avviato e condiviso, alcuna significativa azione avente lo scopo di definire il nuovo assetto territoriale dell’Ente Camerale (accorpamenti) cosi come richiesto dalla riforma in atto”.

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