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la scoperta domenica sera

Tragedia in Via Pisacane a Latina: spara alla moglie, poi tenta il suicidio. Li trova il figlio

Muore Anna Recalcati 69 anni, in ospedale Ernesto Cardosi. Oggi l'autopsia disposta dal pm Gregorio Capasso

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LATINA – Una donna Anna Recalcati di 69 anni  è morta uccisa dal marito Ernesto Cardosi di 72 che le ha sparato alla testa nel loro appartamento di Via Carlo Pisacane a Latina. Poi l’uomo ha ingerito barbiturici nel tentativo di togliersi la vita e ora è ricoverato all’ospedale Goretti, piantonato dai carabinieri. Quando è stato soccorso dal 118 ha pronunciato poche parole confuse, dicendo che la moglie era viva e che lui non l’aveva uccisa.

LA SCOPERTA – A fare la scoperta è stato in serata il figlio della coppia che non sentiva i genitori dal giorno precedente e quando si è trovato davanti la scena ha dato l’allarme. Erano le 21 circa, ma è probabile che i fatti si siano verificati nelle ore precedenti, forse nel pomeriggio. Sul posto sono arrivati i carabinieri che hanno svolto i rilievi sulla scena tentando di ricostruire la drammatica sequenza nella casa di Palazzo Pennacchi dove la donna è stata trovata nel suo letto in un lago di sangue. Da subito l’ipotesi è stata quella di un omicidio seguito da un gesto autolesionista. La conferma della morte violenta con un colpo alla testa per la donna è arrivata dopo l’esame esterno effettuato dal medico legale Maria Cristina Setacci che oggi effettuerà l’autopsia.

IL MAGISTRATO – Sul posto, il sopralluogo del pm di turno Gregorio Capasso  accompagnato dal comandante provinciale dell’Arma, Eduardo Calvi. All’uscita il magistrato della Procura di Latina ha detto pochissime parole, confermando però che la situazione è chiara.

La coppia era molto conosciuta: lei secondo quanto si apprende aveva insegnato a lungo, lui aveva un suo seguito come poeta e negli ultimi giorni aveva pubblicato sul suo profilo Facebook alcuni versi che oggi appaiono inquientanti. Per esempio il 18 maggio “COSA CI RESTA” racconta di un amore “coperto da nuvole oscure” e recita così in un passaggio:
….”Le mani si sfiorano,
eppure, ci sentiamo lontani,
senza un filo di speranza”.

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