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Giudiziaria

Neonata venduta, la Zorzo si difende davanti al gip: “Solo una stupidaggine di cui mi sono pentita”

La donna aveva acquistato la bimba ed è ai domiciliari. Il mediatore Berrazzuk muto davanti al Gip

la neonata

LATINA – Primi interrogatori ieri mattina nell’inchiesta sulla compravendita della neonata che ha portato nei giorni scorsi a tre arresti da parte della Squadra Mobile di Latina.

Il gip del Tribunale, Laura Matilde Campoli ha interrogato Francesca Zorzo, la donna di 35 anni residente a Borgo Podgora che voleva ad ogni costo un figlio e che era intenzionata a pagare tra i 15 e i 20 mila euro per avere una bambina avendo simulato la gravidanza indossando una pancia finta acquistata su internet mesi prima.

<Non ho dato soldi e quando è successa questa cosa stavo attraversando un brutto momento, dopo due giorni ho deciso di ridare la bambina indietro perché ho capito di aver fatto una stupidaggine>, ha detto la donna che è finita agli arresti domiciliari. Ma proprio il fatto di aver preparato la finta gravidanza molto tempo prima, procurandosi il travestimento, non aveva convinto gli investigatori della Mobile che per primi avevano ascoltato la donna mentre ancora cercavano la neonata che lei aveva tenuto qualche giorno e poi restituito alla madre naturale.

Interrogato anche il mediatore della trattativa Youssef Berrazzouk, il personaggio più inquietante della vicenda che si è però avvalso della facoltà di non rispondere. Il marocchino che conosceva la Zorzo, secondo quanto emerge dall’inchiesta della polizia, accompagna la Tanase in ospedale ad Anzio a riprendere la bambina che la mamma naturale aveva lasciato perché venisse data in adozione. Poi, si offre di registrare la bambina a suo nome e solo la prontezza dei medici ospedalieri che si insospettiscono, evita il riconoscimento falso. Il papà naturale infatti è un rifugiato del Mali.

LA MAMMA NATURALE – Sarà interrogata  domani Nicoleta Tanase, la ragazza romena che ha partorito la bimba e che si trova ora in una località protetta. L’inchiesta è scattata dopo la denuncia presentata da due dipendenti dello Stato Civile del Comune di Latina che si era insospettito per le informazioni richieste all’ufficio dove poi la neonata non è stata mai registrata.

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