LATINA – Le meduse mangiano plastica, lo ha scoperto il biologo marino di Latina Armando Macali dell’Università della Tuscia che ad aprile ha lavorato per un mese a Ponza con il team di documentaristi Aquatilis guidato dal biologo e famosissimo fotosub russo Alexander Semenov tornato nelle acque dell’isola, a distanza di un anno dalla prima volta, per proseguire i suoi studi sul plancton.
La ricerca apre scenari fino ad oggi inesplorati e aggiunge conoscenze importanti in un momento storico in cui da ogni parte del mondo arrivano allarmi sui disastri prodotti dalle plastiche che rischiano di far spegnere il respiro degli oceani.
“Durante una delle immersioni notturne siamo capitati per caso in un vortice di meduse e plastiche e abbiamo osservato che una medusa portava alla bocca un frammento di plastica e che molte meduse avevano questo stesso atteggiamento. Ci siamo incuriositi e abbiamo preso dei campioni da studiare scoprendo che nello stomaco delle meduse c’erano frammenti anche di proporzioni significative”. La scoperta di Macali è stata pubblicata su Scientific Report di Nature e porta anche le firme di Alexander Semenov e di Elisa Bergami, esperta di plastiche dell’Università di Siena.
“Le meduse – ha spiegato il ricercatore di Latina – sono il foraggio del mare, la base della catena alimentare e siccome sono parte del nutrimento di molte specie ittiche commerciali, questo ha una ripercussione all’apice della catena alimentare dove c’è l’uomo”. E c’è un altro dato: i tentacoli delle meduse sono abituati a distinguere tra cibi commestibili e non, “ma non riescono a farlo con la plastica, perché al suo interno – spiega ancora Macali – ci sono sostanze fago-stimolanti che fanno scambiare la plastica per cibo. Il loro non è un errore dunque, ma un’azione volontaria”.
Lo studio continua: “Le meduse si sono dimostrate un ottimo modello: sono semplici da usare in laboratorio e sembra proprio che amino tantissimo la plastica”.