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la scelta

Cisterna, un Don violinista e missionario: Diego Fieni diventa sacerdote

L'ordinazione sabato 26 ottobre nella sua città con la Comunità Missionaria di Villaregia

CISTERNA – Tra il violino e la Chiesa, ha scelto di diventare missionario. Una vocazione adulta quella di Don Diego Fieni, originario di Cisterna, arrivata quando dopo essersi diplomato in violino al Conservatorio Ottorino Respighi di Latina, era già direttore d’orchestra in varie realtà, viaggiando molto anche all’estero. Poi la chiamata e la scelta: “Un sì sempre più libero e consapevole”, assicura lui che ha vissuto a Cisterna fino al 2010 quando è entrato nella Comunità Missionaria di Villaregia, compiendo gli studi filosofici a Pordenone e quelli teologici a Verona.

Un’occasione felice per la diocesi di Latina che concluderà il mese missionario di ottobre proprio con l’ordinazione sacerdotale di questo giovane missionario che ha compito 36 anni. Sabato 26 ottobre, alle 18, nella chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo a Cisterna, il vescovo Mariano Crociata presiederà il rito dell’ordinazione presbiterale, concelebrando con i sacerdoti pontini e quelli della Comunità Missionaria di Villaregia. 
Nella stessa chiesa parrocchiale, il 27 ottobre alle 11.30, don Diego presiederà la sua prima messa.

 «Il cammino fatto in questi anni nella Comunità Missionaria di Villaregia mi ha condotto a esprimere a Dio un sì sempre più libero e consapevole – spiega Don Diego –  Dire sì a Dio significa per me dire sì ai fratelli e alle sorelle che Egli mi pone accanto ogni giorno, al Carisma che mi chiede di vivere e custodire, a quei poveri che sono destinatari privilegiati della Buona Notizia del regno. Desidero davvero essere un sacerdote “prossimo ai poveri”; il mio partire non lo vedo in contrasto con il rimanere in comunione con la Chiesa locale nella quale sono cresciuto e che sento mi invia verso i confini della terra. Sento di essere un piccolo pezzetto della diocesi di Latina inviato verso quei luoghi in cui la buona notizia del Vangelo aspetta ancora di fiorire nella bellezza di nuove sue espressioni».

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