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Unesco: Ventotene luogo di memoria, rinascita e reciprocità

Il Club per l’Unesco di Latina valorizza il significato del “Manifesto di Ventotene”

Il Club per l’Unesco di Latina elogia la Regione Lazio che ha approvato, la proposta di legge per il riconoscimento dell’isola di Ventotene come luogo della memoria e di riferimento ideale, per la salvaguardia dei valori comuni ispiratori del processo di integrazione europea e, come il  Consiglio Regionale del Lazio si schiera a favore della richiesta di riconoscere Ventotene, quale “Capitale ideale d’Europa”. L’attenzione dimostrata per l’Isola, rafforza l’iniziativa e il lavoro che sta  svolgendo il gruppo di lavoro costituito dal sindaco Santomauro, con l’ausilio del Club per l’Unesco di Latina, per la candidatura del Manifesto di Ventotene e del Carcere borbonico di Santo Stefano, alle liste del Patrimonio Mondiale dell’Unesco.  Già da tempo si sta lavorando su un dossier da presentare al Ministero dei Beni Culturali e successivamente alla Commissione Nazionale Italiana Unesco, con la quale, sin dall’inizio e seppur informalmente c’è stato un approccio molto produttivo e collaborativo. «Voglio ringraziare dapprima il sindaco Santomauro per la fiducia accordatami nel coordinamento del team e tutti i membri del gruppo di lavoro per lo spirito di abnegazione e disponibilità dimostrata durante i lavori – ha dichiarato il Vice Presidente Nazionale della Federazione Italiana centri e club Unesco nonché Presidente del Club Unesco di Latina Mauro Macale –  sappiamo che i termini per raggiungere gli obiettivi prefissati non sono brevi ne agevoli, ma stiamo lavorando alacremente affinché la storia racchiusa nell’Isola possa essere fruibile culturalmente e socialmente a livello internazionale certi e consapevoli che le “eccellenze” pontine porteranno beneficio e sviluppo a tutto il territorio sotto tutti i punti di vista». Lo scopo dell’iniziativa è rilanciare lo spirito di Unità Europea insito nel “Manifesto di Ventotene” anche attraverso dibattiti ed incontri socio culturali. «Viviamo un tempo nel quale, alcuni paesi europei, si chiudono a riccio nei loro confini geografici anziché cooperare, condividere e socializzare – ha aggiunto il presidente Macale – riportare l’attenzione sugli originali valori da dov’è partita la contaminazione, per la nascita  di un’Europa forte, unita e solidale potrà, solo giovare al nostro futuro».

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