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Coletta ai cittadini: “Decidiamo qui il destino di Latina”

Non si tratta di destra, sinistra o centro, ma di prendersi cura della nostra città

LATINA – Ha scelto una foto da calciatore, giovane, con barba e ricci neri, indosso la maglia da capitano nerazzurro, il sindaco di Latina, Damiano Coletta per parlare ai cittadini in questi giorni di fuoco, in cui la città è tornata alla ribalta per le inchieste che indagano sulle commistioni tra criminalità e  politica e per le sentenze per mafia.

La mia candidatura a sindaco 5 anni fa è nata a Latina, non è stata calata dall’alto – esordisce Coletta –  È nata sulla spinta al cambiamento che migliaia di latinensi sentivano urgente. Dalla volontà di vedere Latina raccontata per la sua bellezza e il suo talento, e non più per la cronaca giudiziaria. Mi sono ricandidato per completare il lavoro fatto in questi anni. Non ho dovuto avere nessuna benedizione da Roma, nessun leader o sottopancia ha dovuto promuovere la mia candidatura in fumose stanze di coalizione. Nella mia carriera di calciatore sono stato quasi sempre il capitano delle squadre in cui ho giocato, sudandomi la maglia che ho indossato e non risparmiandomi mai. E così è anche oggi”, aggiunge, non senza riferimenti al braccio di ferro che si sta consumando nella Capitale tra Fratelli D’Italia e Lega per la scelta del candidato sindaco del centrodestra alle prossime Amministrative.
NE’ DI DESTRA NE’ DI SINISTRA, LATINENSE – Coletta rivendica anche il ruolo di sindaco civico. “Non si tratta di essere di destra, di sinistra o di centro, si tratta di prendersi cura di Latina e del bene di Latina, mettendo al centro la persona, e non di occupare caselle. Così come è stato fatto nella gestione dell’emergenza Covid. Parliamo della vita dei Latinensi – aggiunge in un lungo post su Facebook – non di un gioco dell’oca, dove si ricomincia sempre da capo. Se la mia amministrazione è stata l’unica negli ultimi quattordici anni a non essere stata sfiduciata, è dipeso soprattutto perché il destino di Latina è stato deciso qui e non altrove. Il mio appello è perciò all’orgoglio dei Latinensi. Potremmo non essere sempre d’accordo, ma saprete che io risponderò sempre e solo alle vostre richieste, non alle volontà di qualcuno che comodamente occupa qualche scranno a Roma“.
COME NEL CALCIO, IL SECONDO TEMPO –  Sono un uomo di sport, un uomo di calcio, e le partite si vincono con la squadra e per la squadra, tutti insieme, giocatori in campo e sostenitori sugli spalti. Facciamolo insieme, sta per iniziare il nostro secondo tempo.

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