APRILIA – Rapito ad Aprilia, portato in nascondigli diversi, anche nella zona di Nettuno, massacrato di botte con una spranga, tenuto sotto la minaccia costante di una pistola e infine rilasciato e ritrovato agonizzante in un parco di Aprilia. Arriva ad una svolta l’indagine dei carabinieri del Reparto Territoriale di Aprilia guidati dal tenente colonnello, Paolo Guida su una spedizione punitiva accaduta ad ottobre e mai venuta alla luce.
I militari, coordinati dalla Procura della Repubblica di Latina, nelle scorse ore, hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale nei confronti di tre persone, tutte italiane, due uomini e una donna, accusati a vario titolo di tentato omicidio, sequestro di persona, violenza privata e minaccia nei confronti di un uomo anche lui italiano. Due sono finiti in carcere e una ai domiciliari.
Una storia agghiacciante, maturata nell’ambito di attriti tra due famiglie “normali”, culminati nella decisione di mettere in atto una vera e propria spedizione punitiva, dopo una battuta infelice, giudicata oltremodo offensiva, pronunciata dalla vittima.
Il 20 ottobre scorso, quando l’uomo era stato rilasciato ad Aprilia, presentava lesioni in tutto il corpo, colpito con una spranga in ferro al capo e al torace, vivo per miracolo. Soccorso, era stato accompagnato prima a casa, poi in ospedale dove è stato curato per le lesioni gravissime riportate.
Nel frattempo, la denuncia e le indagini culminate con gli arresti. Per far sparire le tracce gli aggressori avevano anche dato fuoco all’auto con cui era stato compiuto il rapimento, ritrovata carbonizzata in una zona di campagna ad Ardea.
