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Processo Vaccaro, le motivazioni della sentenza

Per i giudici quattro dei sei imputati non sapevano dell'arma

Il giudice Pierfrancesco De Angelis legge la sentenza di primo grado emessa dopo oltre sei ore di camera di consiglio

Il giudice Pierfrancesco De Angelis legge la sentenza di primo grado emessa dopo oltre sei ore di camera di consiglio

LATINA- Non tutti sapevano che Alex Marroni fosse armato.  E’ questo uno di passaggi più importanti delle motivazioni della sentenza della corte d’Assise d’Appello per l’omicidio di Matteo Vaccaro, ucciso al Parco Europa di via Bruxelles a Latina  nel gennaio del 2011. I giudici Lucio Mario D’Andria e Giancarlo De Cataldo (l’autore del libro Romano Criminale) e la giuria popolare, hanno dato un notevole peso alle dichiarazioni spontanee rilasciate proprio da Marroni, ritenuto l’esecutore materiale del delitto, che  nell’ultima udienza ha scagionato di fatto Gianfranco Toselli, Fabrizio Roma, Matteo Ciaravino e Paolo Peruzzi nei cui confronti il reato è stato derubricato da omicidio volontario in morte come conseguenza di altro delitto.  La sentenza era stata emessa lo scorso 26 giugno.  Alex Marroni era stato condannato a 16 anni di reclusione, sei mesi in più rispetto a Francesco D’Antonio, ritenuto l’ispiratore  del delitto. Condanna a tre anni e quattro mesi per gli altri quattro imputati che sono tutti in libertà. Il movente è da ricercare in una violenta lite avvenuta qualche giorno prima nella zona della via dei pub nel capoluogo tra la vittima e il cugino di D’Antonio.

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