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Trasporto studenti dell’Agrario, la protesta degli autisti Atral

L'istituto agrario "San Benedetto" di Latina

L’istituto agrario “San Benedetto” di Latina

LATINA –  Sulle problematiche legate al trasporto pubblico degli studenti dell’Istituto San Benedetto, sollevate negli ultimi giorni dagli allievi e dai genitori, intervengono con una nota della segreteria provinciale gli autisti appartenenti al sindacato unitario dei lavoratori. “Siamo consci dei problemi che affliggono gli studenti dell’istituto agrario e della necessità della messa in sicurezza dell’entrata e uscita da scuola soprattutto per tutti coloro che utilizzano i mezzi pubblici ma non accettiamo critiche da parte dei genitori. Noi ci troviamo in una condizione di disagio quanto e più degli studenti”. “Siamo stati noi i primi- proseguono gli autisti – ad aver denunciato i disagi che si vivono all’Agrario. Ci troviamo pullman privati parcheggiati in mezzo alla carreggiata, auto lasciate in sosta nei modi più disparati e i ragazzi che per non perdere il posto sul bus si accalcano alle portiere quando il mezzo è ancora in movimento”.

“Da anni chiediamo -si legge in una nota diramata dalla segreteria provinciale del sindacato – che vengano aumentati i bus utilizzati per questo servizio ma la lamentela va rivolta al Comune e alla Regione. La seconda taglia i fondi per il trasporto, il primo ha ben pensato di rottamare dei bus ecologici senza aumentare nemmeno di un’unità il parco macchine. Siamo stati sempre noi, anni fa, a chiedere la messa in sicurezza della zona attorno la scuola. Non può essere colpa degli autisti se chi rimane a piedi è costretto a camminare in strada, la responsabilità è, anche in questo caso, di Comune e istituto. Non dipende dagli autisti dei bus l’apertura di una scuola a ridosso di una strada ad alto scorrimento e senza infrastrutture adeguate per i pedoni. Viviamo sotto pressione e cerchiamo di fare del nostro meglio – concludono gli autisti – ci rendiamo conto di essere i soggetti a più stretto contatto con l’utenza finale ma non possono essere addossate a noi tutte le colpe”.

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