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BORGO PIAVE VARIANTE ILLEGITTIMA

Il sequestro del cantiere Malvaso bomba ad orologeria per le altre varianti

Il giudice Mara Mattioli: "Macroscopiche violazioni di legge". Di Giorgi nomina un gruppo di tecnici. Il Pd: "Il sindaco vada a casa"

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LATINA –  Ci va giù pesante nell’0rdinanza con la quale dispone il sequestro del cantiere sorto sul terreno di proprietà del  consigliere comunale Vincenzo Malvaso a Borgo Piave, il gip di Latina Mara Mattioli che parla di palesi illegittimità che non riguardano solo la concessione edilizia, ma anche il piano particolareggiato e le procedure adottate per approvarlo. E poi ci sono gli “errori” sull’errore con un calcolo sbagliato delle volumetrie (il triplo di quelle iniziali) e come se non bastasse la violazione  della fascia di rispetto stradale. Non si salva niente. E se questo è il criterio utilizzato dalla giunta comunale di Latina per approvare tutti i nuovi piani particolareggiati del quartieri, allora è chiaro che l’amministrazione cittadina si trova una bomba ad orologeria innescata dentro il Palazzo. La variante del quartiere Prampolini (R3) è già all’attenzione dei magistrati di Via Ezio, il Gigante Buono si muove per costituire un gruppo di lavoro e passare al setaccio quella dell’Isonzo. Un tornado sul Comune. Qualcuno lo definisce un suicidio dei politici che hanno ottenuto la fiducia per governare in nome e per conto dei cittadini.

IL GIP – Spiega il Gip che il permesso a costruire è stato rilasciato dal Comune e “attuato dal tecnico incaricato in violazione dell’art 12 del Prg e delle stesse previsioni della illegittima variante approvata dalla Giunta Comunale autorizzando l’ulteriore traslazione all’interno della fascia inedificabile di rispetto stradale di una consistente porzione del fabbricato”. In pratica non solo il permesso a costruire rilasciato da Comune è illegittimo e basato su atti illegittimi (della Giunta), ma la sua realizzazione è anche violativa delle prescrizioni della stessa Variante (illegittima). Gli aumenti di volumetrie sono arditissimi: autorizzati (in violazione delle prescrizioni di legge) solo per le superfici commerciali al piano terra, sono stati poi estesi ai tre piani residenziali. “Tutto ciò – spiega il Gip – procurando intenzionalmente alla Piave Costruzioni srl un ingente e ingiusto vantaggio patrimoniale”. E questo è quanto in merito all’abuso edilizio. Sul fronte procedurale non va meglio. Infatti, dal momento che il nuovo PPE stabilisce di utilizzare diversamente porzioni di territorio prima destinate a verde e servizi e dunque a fini pubblici, proprio per questa ragione la Variante doveva essere approvata dal Consiglio Comunale e non dalla Giunta.

La Regione ha già avviato un’attività di vigilanza chiedendo chiarimenti immediati su Via Quarto,  su Borgo Piave e in genere sulle varianti approvate dalla giunta comunale di Latina che ne ha sempre rivendicato la correttezza. L’assessore Di Rubbo in una lunga conferenza stampa in difesa del suo operato nel ruolo di numero uno della politica urbanistica aveva detto di non avere nulla da temere perché era tutto in regola. Ma dopo i primi dubbi, era stato il consigliere regionale del Pd Enrico Forte a presentare un’interrogazione in Regione che ha dato il via alla richiesta di documentazione presentata dall’assessore Civita in Comune. Ora, dopo l’ordinanza del giudice, il lavoro controllo della Regione sembra decisamente più facile.

LA POSIZIONE DEL  COMUNE  – “Il sindaco Giovanni Di Giorgi, di concerto con l’assessore all’Urbanistica Salvatore La Rosa, a tutela dell’Amministrazione comunale, ha disposto l’avvio di una procedura di accertamento interno per quanto concerne la vicenda dell’annullamento, in autotutela, del permesso a costruire di via Quarto. Inoltre, sempre di concerto con l’assessore, il sindaco ha dato mandato per la costituzione di un gruppo di lavoro esterno per più approfondite verifiche relative agli atti di pianificazione, avviati nelle precedenti consiliature, approvati e in corso di definizione dall’inizio della corrente consiliatura”. E’ in questa nota la posizione dell’Amministrazione dopo i fatti di ieri.

IL PD CHIEDE LE DIMISSIONI DEL SINDACO – Il sequestro da parte del Nipaf della costruzione di via Piave (figlia della variante denominata Malvaso) non è di certo un fulmine a ciel sereno – afferma il capogruppo del PD, Alessandro Cozzolino in rappresentanza di tutto il gruppo consiliare -. Di Giorgi, solo qualche mese fa, ha annunciato le sue dimissione a causa di alcuni interessi privati che prevalevano sul bene della città. Nell’ultimo giorno disponibile decide di tornare sui suoi passi promettendo di portare trasparenza in alcuni ambiti delicati, come quello dell’urbanistica. Dalle dichiarazioni, però, non si è mai passati ai fatti. Nessun piano particolareggiato è mai stato discusso in Commissione Urbanistica, nessun documento di questo genere si è discusso in consiglio comunale. Nulla si è fatto di concreto per cambiare rotta a questo modo di operare che, adesso, grazie anche al Nipaf, sta venendo fuori. “Sarà sicuramente la magistratura a verificare le responsabilità ma di certo, dopo gli avvenimenti di ieri (via Quarto), e della variante Malvaso, di oggi, l’amministrazione comunale deve prendersi le proprie responsabilità, il sindaco deve dimettersi e ridare ai cittadini la parola per creare una maggioranza più responsabile”.

“Gli atti giudiziari faranno il loro corso – afferma il consigliere comunale, Maurizio Mansutti – ma è chiaro che oggi il Gip ha preso delle prime conclusioni. Con la scelta dei nuovi assessori il sindaco ha fatto intendere chiaramente che c’era la necessità di fare chiarezza. Presenteremo una mozione di sfiducia affinché venga presto convocato un consiglio comunale ed ogni gruppo possa dire la sua su questa situazione grave per la città. Qui, è bene sottolinearlo, non si parla solo della variante Malvaso ma di ben 9 piani particolareggiati su 12 possibili. C’è un grave malessere. La palla deve passare ai cittadini”.

“Dopo la giornata di oggi – afferma Gioacchino Quattrola, segretario del Pd comunale – mi vengono in mente le parole del questore di Latina, De Matteis, in cui affermava che il vero core business della città è l’aumento delle cubature. Questo il messaggio che deve passare. Ad evidenziare questa problematica, adesso, non è solo il partito dell’opposizione ma anche il questore della città”.

“Le dimissioni del sindaco di Giorgi sono l’unica via d’uscita possibile – conclude Marco Fioravante, consigliere comunale -. Ormai il primo cittadino non è più credibile. Dopo il suo ritiro delle dimissioni e dopo aver promesso, senza alcun atto pratico, di voler far chiarezza sull’urbanistica, non possiamo dargli altre possibilità. In questi quasi quattro anni di amministrazione in non riesco a vedere alcun passaggio positivo”.

Per Giorgio de Marchis “sull’urbanistica a Latina la politica ha scelto di suicidarsi. Pur ribadendo i concetti del garantismo che vedono un imputato innocente fino al pronunciamento della condanna definitiva, pensiamo che la condanna politica sia scritta e che il Sindaco debba dimettersi determinando lo scioglimento del Consiglio Comunale”.

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