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Sanità

Zingaretti firma gli atti aziendali delle Asl : “Vicini all’uscita dal commissariamento”

No dell'opposizione. Simeone: "Firmata la distruzione della sanità pontina"

Ospedale S.M. Goretti di Latina

Ospedale S.M. Goretti di Latina

LATINA – L’atto aziendale della Asl di Latina è stato approvato ed è operativo. Lo ha firmato il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti che avverte: «È la fine del feudalesimo sanitario, degli sprechi, dei doppioni, degli egoismi che hanno costruito sacche di inefficienza. Ora siamo vicini all’uscita dal commissariamento: presto possiamo tornare ad assumere medici e infermieri, perché le persone hanno diritto a cure migliori». In veste di commissario alla sanità, in tutto il governatore ha firmato 14 dei 16 atti aziendali (le Asl Roma B, C, D, E, F, G, H, Viterbo, Latina, Frosinone, Rieti, Ares 118, S. Camillo e S. Giovanni).

I documenti di programmazione delle singole Asl e degli ospedali che mancavano dal 2008, definiscono in maniera nuova gli aspetti relativi al personale, agli organismi interni e ai processi operativi e nel loro complesso  – dice sempre Zingaretti – “permetteranno di risparmiare venti milioni di euro l’anno”.

 «C’è in molti casi turbolenza perché finalmente stiamo cambiando le cose» aggiunge il governatore, ricordando come alla luce degli Atti aumentino complessivamente del 6% i posti letto nelle province, vengano attivate cinque ‘reti tempo-dipendentì (emergenza, ictus, cardiologica, trauma, perinatale) e una rete specialistica oncologica di senologia. Inoltre sono state programmate 48 Case della Salute. Tra qualche mese i direttori generali torneranno in commissione Sanità del Consiglio

Per il consigliere regionale pontino di FI giuseppe Simeone «Zingaretti ce l’ha fatta, ha firmato la distruzione della sanità in provincia di Latina. Il trionfalismo che come al solito accompagna ogni passo compiuto dal presidente della Regione Lazio ha dell’inquietante. Soprattutto quando l’esclamazione »ce l’abbiamo fatta« si traduce in un dramma che i cittadini devono affrontare ogni giorno e che sta nel tentativo di vedersi riconosciuto un diritto alla salute e alla cura negato nei fatti, consolidato in scelte non condivise che impoveriscono e non migliorano i servizi non entrando nel merito nelle criticità. L’atto aziendale della Asl di Latina resta un canovaccio scritto male. Gli stessi sindaci del centrosinistra che per dovere di bandiera avevano difeso le decisioni del direttore generale della Asl di Latina, Michele Caporossi, oggi gridano all’emergenza elemosinando l’attenzione di Zingaretti.

FORTE – «L’approvazione da parte della Regione Lazio del nuovo atto aziendale della Asl di Latina rappresenta un passaggio fondamentale per proseguire, da oggi con un progetto definitivo, con il piano di miglioramento della sanità pontina che punta alla razionalizzazione delle risorse, al taglio degli sprechi e al miglioramento dei servizi sul territorio».
Il consigliere regionale del Partito Democratico Enrico Forte sottolinea come l’atto aziendale, atteso da molti anni, definisce le condizioni per garantire un’assistenza sanitaria migliore restituendo ai cittadini un loro diritto fondamentale.
«L’atto predisposto dalla direzione generale della Asl di Latina – ricorda Forte – ha ricevuto apprezzamenti in sede regionale soprattutto per l’impianto innovativo e per essere stato costruito su misura per le esigenze del nostro territorio, ponendo particolare attenzione alla medicina di iniziativa e alla presa in carico dei cittadini da parte dei medici di famiglia. Si è trattato di un lavoro non facile poiché si partiva da un’organizzazione caratterizzata da una accentuata tendenza al localismo e sui particolarismi locali: una situazione che, a distanza di vent’anni e con uno scenario mutato, doveva essere superata attraverso la costruzione di rete che distribuirà sul territorio i livelli di assistenza avvicinandosi ai nuovi bisogni dei cittadini. I numeri ci dicono che il 30% della popolazione è rappresentata da pazienti cronici in parte anziani che attualmente assorbono il 70% delle risorse: ciò significa che per migliorare l’accessibilità alle cure ed alle prestazioni non basta aumentare le stesse prestazioni ma disegnare su ogni paziente una risposta personalizzata.
Non bisogna inoltre dimenticare – prosegue il consigliere regionale pontino – che in tre anni si sono perse complessivamente 487 unità di personale di cui 301 in servizio a tempo indeterminato e 186 in servizio a tempo determinato e che l’età media degli operatori è notevolmente accresciuta. In sostanza con il blocco del turn over si è determinato un invecchiamento del personale e correvamo il rischio concreto di tagliare fuori dal sistema sanitario un’intera generazione di medici, infermieri e personale specializzato. Il nuovo atto aziendale disegna lo scenario di oggi e di domani ed in più, con la sua approvazione, offre la possibilità di ricominciare ad assumere il personale, la cui carenza costituisce allo stato attuale il principale problema nell’erogazione dell’assistenza sanitaria.
Il disegno della nuova sanità prevede una riduzione dei Dipartimenti, che passano da 18 ad 8 mentre le strutture complesse passano da 119 ad 88; oltre a questo non ci sono più responsabilità di vertice affidate a semplici solisti ma saranno sviluppati programmi di diagnosi e cura che riguardano unitariamente tutta l’azienda. Sono convinto – conclude Forte – che con il nuovo atto aziendale, che è il risultato del lavoro della direzione generale e della coralità dei sindaci che hanno espresso all’unanimità il loro consenso, la sanità pontina si avvia verso una nuova fase di efficienza e qualità del servizio erogato ai cittadini».

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