LATINA – “Sono vittima di una calunnia e denuncerò il mio calunniatore”. Esordisce così, raccontando una verità molto diversa da quella ricostruita dall’accusa, Natan Altomare, il colletto bianco scarcerato dal Riesame dopo l’arresto nell’operazione Don’t Touch e ora libero di difendersi anche pubblicamente. Parla in una conferenza stampa convocata al Park Hotel quando non sono ancora note le motivazioni per cui i giudici romani hanno annullato l’ordinanza di custodia cautelare (solo per lui e per il suo giardiniere).
“E’ evidente che mancano i gravi indizi di colpevolezza – dice l’avvocato, Pasquale Cardillo Cupo, introducendo il suo assistito e parlando di un incubo durato 20 giorni – Altomare è vittima di un errore, un errore scusabile. Non ce l’abbiamo con nessuno, non vogliamo attaccare nessuno, ma Natan merita di potersi riscattare”. ASCOLTA L’AVVOCATO CARDILLO CUPO
PROGETTO AMICO E L’ESTORSIONE – Quando la parola passa all’indagato, l’indice è puntato su Fabio Menna, titolare di Progetto Amico (realtà molto nota a Latina accreditata presso la Regione Lazio per l’assistenza ai disabili) che nel corso delle indagini ha raccontato esasperato, ai pm Spinelli e De Lazzaro, di essere stato costretto per anni a pagare un lauto stipendio proprio ad Altomare in cambio di protezione in Regione per le pratiche che riguardavano la sua associazione. Per la legge è un’estorsione continuata, ma Altomare racconta altro: “Posso provare che lavoravo lì, curavo le relazioni esterne, la verità è che Menna non mi pagava con regolarità e mi doveva versare molti soldi, probabilmente ha cercato di risolvere così i suoi problemi di natura economica”.
LA POLITICA – E’ noto a tutti il ruolo di tuttofare di Altomare, di “facilitatore”, di personaggio con le mani in pasta nella politica. Chiede e ottiene favori (in cambio di cosa non si sa). Altomare parla con l’amico e fratello della ministra Beatrice Lorenzin al telefono e intercettato gli dice che Latina gli sta stretta e di essere pronto per fare il grande salto su Roma, ma oggi si definisce una persona come tante, che lavora e fa fatica a pagare il mutuo: “Non so che cosa sia la malavita, la politica invece sì, l’ho frequentata, sono stato e sono amico di tanti politici. Con Tiero andavamo a cena insieme, con Moscardelli ci vedevamo spesso sul treno per Roma. Enrico Forte mi ha stretto la mano proprio l’altra sera”.
Sulle relazioni con Cha Cha, invece, e in particolare sulla richiesta di quest’ultimo di intervenire in Prefettura per una patente ritirata, spiega: “Lo conoscevo come lo conoscete voi”. E qui, però, occorre precisare: non c’è dubbio, che a Latina Cha Cha lo conoscano tutti, ma per fortuna non tutti ricevono le sue telefonate e non tutti si prodigano per risolvere i suoi problemi.
Al Park Hotel, dove si tiene la conferenza stampa, Altomare è un fiume in piena, vuole “riabilitarsi”, termine molto familiare ad un professionista della fisioterapia. Parla di calunnie, di amicizie squisitamente personali, di simpatie politiche, di rapporti rotti per motivazioni private, cercando di rispondere punto su punto alle domande dei presenti e sopratutto alle accuse emerse dalle carte dell’inchiesta ricche di intercettazioni telefoniche. Parla in pratica di un gigantesco equivoco, quello che ha costruito intorno a lui un “teorema falso” di mediatore tra politica e mala, oltre che di organizzatore di una serie di furti commessi da una banda di ladri. Parla per quasi tre quarti d’ora e non manca di togliersi un sassolino dalla scarpa: “Di Fazzone non parlo perché non mi riesce di parlare fondano” e imita, con livore malcelato, l’accento tipico della città del sud pontino. Una presa in giro che torna più volte nel corso della conferenza stampa: “Con Fazzone abbiamo rotto, perché quando è morto mio padre non mi ha fatto nemmeno una telefonata”, dice, ma ammette che di quel ruolo da manager amministrativo, e non da direttore generale, per lui si era parlato realmente.
L’AMICIZIA CON TUMA – Altro capitolo è quello dell’amicizia con Gianluca Tuma, che ha fatto ipotizzare agli investigatori che Altomare fosse l’anello di congiunzione tra il mondo politico e l’associazione per delinquere, di cui facevano parte a vario titolo oltre a Tuma una serie di pregiudicati. Spiega di considerarlo un amico e di non aver mai concluso affari con lui: “Sapevo che faceva l’imprenditore e che lavorava a L’Aquila. Gli ho procurato quattro appuntamenti, ma nessuno di questi è andato a buon fine. Abbiamo parlato insieme di alcuni affari (come quello per una residenza per anziani) ma la struttura la doveva comprare lui, io certo non me lo potevo permettere e quindi non se ne è fatto nulla. Sapevo anche dei suoi precedenti penali, ma davanti a me non ha mai commesso illeciti”.
I FURTI – Una nota a parte merita invece la vicenda della Bmw X5 nera che quattro romeni dediti a furti in villa avevano in uso e che risulta essere di Altomare. A sollevare la domanda è un cronista: “Lei dice di aver venduto quell’auto da tempo. Ma com’è possibile che un’auto venduta a dicembre con una scrittura privata e una promessa di pagamento venga richiesta indietro, tre mesi più tardi, perché serve a Tuma per andare in settimana bianca?”. “Normale – risponde più o meno Altomare – ho fatto un piacere ad un amico e ho potuto ottenere la temporanea restituzione della macchina perché non me l’avevano ancora finita di pagare”. Ai lettori ricordiamo che proprio una cimice montata dalla squadra mobile, la notte di Capodanno, su quel fuoristrada, ha fatto scoprire il filone dei furti in villa e fatto emergere una certa familiarità dei ladri con lo stesso Altomare, tanto da far ipotizzare all’accusa che fosse proprio lui l’ispiratore di quelle incursioni. Errore scusabile, per dirla con l’avvocato Cupo. Sempre per la cronaca, una delle vittime di quei furti, è l’onorevole Pasquale Maietta, che non sarà stato esattamente contento di scoprirlo.
Non resta ora che attendere le motivazioni del Riesame, poi i pm Luigia Spinelli e Claudio De Lazzaro decideranno se ricorrere in Cassazione chiedendo l’annullamento del provvedimento del Tribunale delle Libertà.
Qui l’audio integrale della conferenza di Altomare