LATINA – Anche la Gilda Insegnanti di Latina ha aderito al neonato Comitato provinciale per i Referendum Sociali. Dopo aver depositato in Cassazione i quattro quesiti abrogativi, la battaglia contro la legge 107/2015 e i profili di incostituzionalità della Buona Scuola prosegue con l’adesione del sindacato al Comitato che si è costituito il 29 marzo in provincia con l’intento di raccogliere firme per i referendum sociali per la scuola pubblica di modifica alla legge 107, per bloccare il Piano nazionale inceneritori, per l’opzione “Trivelle zero” in Italia, per la gestione pubblica dell’acqua e la difesa dei beni comuni.
«Il Comitato per i Referendum Sociali e la Partecipazione democratica di Latina nasce in un clima di gioiosa condivisione e grande pro positività. Il 9 e 10 aprile partirà in tutta Italia la raccolta firme per i sei quesiti referendari già in campo, inclusi quelli sulla scuola relativi all’abrogazione di alcune norme contenute nella legge 107». Così si pronuncia il neoeletto Comitato. L’obiettivo è raggiungere le 500mila firme necessarie per andare al voto nella primavera del 2017.
Il Comitato provinciale nasce dal percorso di lotta avviato da movimenti, sindacati, associazioni e gruppi di liberi cittadini che hanno iniziato ad incontrarsi in diverse assemblee sul territorio per sostenere un modello di sviluppo opposto a quello proposto dal governo con l’adozione di provvedimenti come la Buona Scuola o lo Sblocca Italia. A Latina hanno già aderito alla neonata organizzazione alcune sigle sindacali del comparto scuola (Unicobas e Flc oltre alla Gilda), il Csl (Coordinamento Scuole Latina), i meetup locali dei 5 stelle, diverse associazioni e movimenti spontanei di cittadini.
Il Comitato sosterrà l’iniziativa popolare a favore della scuola pubblica e statale, costituzionalmente garantita. «I quattro quesiti referendari depositati lo scorso 17 marzo – ricorda la coordinatrice provinciale della Gilda, Patrizia Giovannini – si propongono di abrogare alcune parti della legge 107, in particolare la chiamata diretta dei docenti su ambiti territoriali, l’istituzione dei Comitati di valutazione, l’obbligatorietà dell’alternanza scuola-lavoro, il bonus scuola. Il referendum – conclude la sindacalista – resta la speranza più concreta per il personale scolastico affinché vengano bloccati gli effetti deleteri della riforma della scuola».