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Abbvie, trasferimenti in vista: il commerciale da Campoverde a Roma

"Grande amarezza per il piano aziendale", il commento della Femca Cisl

AbbvieLATINA – L’ABBvie di Campoverde al Aprilia  conferma gli investimenti previsti per rimodernare lo stabilimento di Campoverde, 60 milioni di dollari che serviranno per creare reparti all’avanguardia che produrranno medicinali per i mercati di tutto il mondo, aprendo nuovi scenari nel campo dei farmaci biologici e consolidando maggiormente il ruolo dello stabilimento, ma studia il trasferimento del settore commerciale dallo stabilimento pontino a Roma. E’ quanto emerso nel corso di un incontro con le organizzazioni sindacali  Femca Cisl, Filctem Cgil, Uiltec Uil di Latina, la Rsu di stabilimento e la Societa’ AbbVie.
“L’azienda ha attualmente 1300 dipendenti tra sede e forza vendita esterna, di cui un buon 20% di personale con contratto di somministrazione e a tempo determinato, e la richiesta delle Organizzazioni Sindacali è stato quello di vedere stabilizzate in modo definitivo queste figure – sottolineano dalla Femca Cisl  –  L’azienda ha confermato di non avere ancora le proiezioni per il 2017, quando termineranno gli interventi previsti dagli investimenti, ma si è detta disponibile a percorrere questa strada”.
In riferimento all’allarme lanciato dalla RSU circa lo spostamento della rete commerciale da Campoverde a Roma, la società ha confermato l’esistenza di uno studio di fattibilità in tal senso anche se, ad oggi, non sono state prese ancora decisioni in merito. Secondo il sindacato, se tale scelta dovesse diventare operativa, costituirebbe un grave colpo per Campoverde, poiché andrebbe ad impattare su di un numero non indifferente di lavoratori.
Commenta Roberto Cecere Segretario Generale della Femca Cisl di Latina “ Invitiamo chi dovrà compiere lo studio annunciato dall’azienda, a tener conto che dietro ai numeri ci sono persone, ci sono vite, ci sono famiglie che vivrebbero male questi spostamenti. Non è cosa da poco trasferire tanta gente dall’oggi al domani, ne risentirebbe la qualità della vita considerando le decine di chilometri giornalieri in più, sulla Pontina, da dover percorrere, sempre poi che la sede venga dislocata nel sud di Roma. Come Femca Cisl, chiediamo alla società di valutare l’impatto minimo sui lavoratori, ricorrendo a soluzioni alternative da studiare, quali il telelavoro o una diversa organizzazione degli uffici magari favorendo chi risiede già a Roma. Da parte nostra vigileremo attentamente nel prossimo futuro sulle intenzioni aziendali, non nascondendo l’amarezza per una decisione che rischia di colpire pesantemente i lavoratori.”

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