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di e con Angela Iantosca

25 novembre, Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne

Chi ha ancora diritto di parlare?

LATINA – 25-novembre

LATINA – Tempo fa ci sono state interrogazioni parlamentari e ci sono stati ministri che sono scesi dal monte per esprimere il proprio disappunto per quanto affermato da Clemente Russo nella casa del Grande Fratello Vip, di notte, a ‘microfoni spenti’. Un giornale si è rifiutato di parlare oltre della trasmissione e le conseguenze per Clemente (giustamente) sono state dure! Per giorni non si è parlato di altro in tv e in rete: colpevole o innocente? Consapevole o no? grave o no?

Poi qualche giorno fa un Presidente di Regione ha detto esattamente la stessa cosa, indirizzando le proprie parole violente contro Rosy Bindi, presidente della commissione antimafia.
E cosa è accaduto? Il diretto interessato ha parlato di strumentalizzazione, come se non fosse stato lui a pronunciare quelle parole. Perché, ancora una volta, si prova a porre l’attenzione sulle circostanze e non sulle parole. Non si comprende che sono gravi anche se vengono pronunciate privatamente o mentre non si pensa di essere ripresi. Non si comprende che quelle parole sono la prova che esiste un problema culturale in Italia che deve essere affrontato.

Non solo: per ora non mi sembra che i Ministri siano scesi dallo stesso monte dal quale si sono calati per il caso Grande Fratello e non mi sembra che ci sarà alcun ostracismo o provvedimento serio.

Anzi coloro che si sono espressi non sono andati oltre la manifestazione della propria solidarietà alla Bindi e il tentativo di ridimensionare la faccenda. Ora la domanda che mi pongo è: perché? Perché dobbiamo accettare queste espressioni? Perché consideriamo spregevole un pugile che si esprime in modo violento contro le donne e assolviamo un politico

Perché dobbiamo ridimensionare? Perché devono sempre essere usati due pesi e due misure nel nostro paese? Cosa mi importa del ruolo politico del Presidente di Regione se quanto afferma è degno di essere condannato?

Meno male che il senatore Grasso ha detto che espressioni simili le sentiva ai tempi della procura nazionale antimafia.

Ora mi auguro che chi ha chiesto di ridimensionare la questione non osi pronunciare alcuna parola “femminista” il 25 novembre, giornata contro la violenza sulle donne, e in tutte quelle manifestazioni che quotidianamente si organizzano nel nostro paese per condannare ogni forma di violenza.

Con quella richiesta di “ridimensionamento” avete perso ogni diritto di parola.

Ascolta la rubrica a cura di Angela Iantosca in onda alle 11 il mercoledì (e in replica il sabato) su Radio Luna

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