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“Tres Tabernae promette nuove grandi scoperte”: Nicoletta Cassieri guida speciale nel sito archeologico sull’Appia

In visita con la funzionaria della Sovrintendenza il vescovo Mariano Crociata. Il sindaco Della Penna: "Determinati a valorizzarlo"

CISTERNA – “Tres Tabernae sembra promettere nuove, grandi scoperte”. Ne è sicura Nicoletta Cassieri,  la funzionaria della Sovrintendenza ai Beni Archeologici del Lazio che si occupa da anni della provincia di Latina. Lo dice mentre racconta al vescovo Mariano Crociata i resti disseppelliti nel corso di una campagna di scavi nel sito a ridosso dell’Appia. Siamo nella famosa mansio di Tres Tabernae, un posto citato negli Atti degli Apostoli, al XXXIII miglio dell’Appia dove passa San Paolo al termine di un viaggio faticosissimo, partito da Gerusalemme e diretto a Roma dove l’Apostolo doveva essere processato. Era la primavera del 61 d.C . Il luogo, aperto al pubblico domenica scorsa per il primo open day, oggi replica a grande richiesta.

Quasi invisibile per chi passa sul nuovo tracciato della consolare, campo di lavoro per archeologi (e in passato anche per tombaroli), si candida a riscattare un pezzo d’Appia ingiustamente trascurato. “Nell’ambito del progetto del Ministero Appia Regina Viarum, Tres Tabernae si pone come una tappa importante, primo, perché c’è, e non tutte le mansiones sono così conservate; poi, per il valore di luogo della fede e di memoria religiosa e artistica. Insomma – sottolinea Cassieri – è ricco di molteplici contenuti e ci dice che questo tratto di Appia che dopo Roma attraversa il Lazio ha una sua notevole importanza che non va trascurata come è accaduto fino ad oggi”.

GLI SCAVI – Sono visibili al pubblico un tratto di basolato che indica l’esistenza di un diverticolo dell’Appia diretto verso la costa, resti di edifici di uso commerciale e di un piccolo impianto termale, il calidarium e il frigidarium, uno spogliatoio. “Un impianto termale veloce e a poco prezzo per chi viaggia e ha bisogno di lavarsi e mangiare. Poi una cisterna e spazi aperti di giardino probabilmente coltivati ad ortus. Non c’è nulla che ci indichi la destinazione d’uso degli altri edifici, possiamo pensare anche a qualche ospitium, un luogo dove ci si poteva ricoverare per la notte, avvolgendosi nel solo mantello, tipo sacco a pelo, per intenderci”, racconta Cassieri.

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Nella stazione di posta si trovano poi ambienti nati nel I sec. d.C e decorati nel II sec d.C.: “Nella prima fase il pavimento è decorato con pitture che ricordano quelle della Domus Aurea, successivamente l’edificio crolla e la decorazione pittorica viene deposta sul pavimento, come base, e viene realizzato un pavimento bellissimo bianco e nero oggi custodito presso il Comune di Cisterna”.

Ed è proprio da queste nove grandi porzioni dell’antica pavimentazione in mosaico (rinvenuta negli anni Novanta nel sito e tonata Cisterna alcuni anni fa dopo essere stata esposta nel museo archeologico di Palestrina) che si guarda come punto di partenza per la valorizzazione di Tres Tabernae. “Speriamo di poterlo esporre al più presto a Palazzo Caetani –   dice il sindaco Eleonora della Penna, che ha voluto accendere i riflettori sull’area – Quando si mette a disposizione un bene così, la gente risponde. Quest’affluenza ci spinge ancora più determinati verso gli obiettivi che ci siamo dati”.

“C’è un  interesse storico nel nostro impegno ecclesiale  – ha detto al termine della visita il vescovo Marinao Crociata – e spero che nel tempo possano nascere occasioni di collaborazione per contribuire a polarizzare su questo sito un maggiore interesse a tutti i livelli,  perché la ricerca continui”.

Per chi avesse perso l’occasione della visita, c’è sempre questo bel video della Associazione 9cento.

 

 

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