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Giudiziaria

Variante Piave, il pm chiede di condannare Malvaso e Di Rubbo

Il 17 luglio la sentenza e la decisione anche per altri quattro imputati. L'accusa è abuso d'ufficio

 

LATINA – Il palazzo realizzato a pochi metri dalla grande rotatoria di Borgo Piave è ancora sequestrato, mentre in un’aula del Tribunale di Latina davanti al giudice Pieropaolo Bortone si è aperto il processo con rito abbreviato per la cosiddetta Variante Malvaso, dal nome del proprietario del lotto sui cui è stata elevata la costruzione con un ampliamento di  volumetrie apparso sospetto al Nipaf della Forestale che ha avviato le indagini conclusesi con i sigilli disposti dal Gip Mara Mattioli a gennaio del 2015.

A distanza di oltre due anni da quella data, al termine della requisitoria del pm Gregorio Capasso, sono arrivate le richieste di condanna per due dei sei imputati. Chiesti un anno e due mesi di reclusione nei confronti dell’ex consigliere comunale di Forza Italia e costruttore Vincenzo Malvaso e dieci mesi per l’ex assessore comunale all’urbanistica Giuseppe Di Rubbo, anche lui di Forza Italia al momento dei fatti, entrambi accusati di abuso d’ufficio proprio per quella Variante. Le difese dei due imputati invece hanno chiesto l’assoluzione.

La sentenza insieme alle decisioni circa la richiesta di rinvio a giudizio per altri quattro imputati,  Ventura Monti, Marco Paccosi, Fabio De Marchi e Antonio Petti, si conoscerà il 17 luglio.

 

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