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sotto la lente i dati inps

In pensione all’estero con l’assegno sociale italiano: nei guai 5 pontini

L'operazione People out della Guardia di Finanza smaschera 479 illeciti

Palazzo M a Latina sede della Guardia di Finanza

LATINA –  C’è  chi intasca l’assegno per i terremotati di Amatrice vivendo comodamente a Roma e chi, come nel caso in questione, percepisce quello sociale ma vive all’estero, magari è tornato nel suo Paese d’origine, o  ha sempre vissuto in una nazione diversa dall’Italia. E’ il caso emerso dall’inchiesta People out della Guardia di Finanza  che ha indagato 479 persone e tra queste cinque pontini accusati appunto di aver riscosso l’aiuto che l’Inps destina agli ultrasessantacinquenni in stato di bisogno che risiedano in Italia da almeno 10 anni anche se stranieri, comunitari o extracomunitari. Non è una pensione, è un aiuto riconosciuto a chi si trova in difficoltà in Italia.

L’assegno è di 450 euro al mese per 13 mensilità. Nell’operazione sono state denunciate 370 persone, tutte quelle che hanno percepito  somme superiori ai 4000 euro, per gli altri è scattata una sanzione amministrativa.

Nel corso dell’inchiesta, che si è svolta grazie alla collaborazione tra la Guardia di Finanza e l’INPS, finalizzata a prevenire e reprimere truffe ai danni dello Stato, “il Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie del Corpo ha sviluppato e coordinato, sulla base dei dati forniti dall’Istituto e con il suo ausilio, una serie di attività investigative che hanno portato all’individuazione di un sistema di percezione indebita dell’assegno sociale, prestazione che rientra tra i principali strumenti cosiddetti “di protezione” attualmente in vigore”, spiega una nota della GdF.
“Centinaia di cittadini, sia italiani che stranieri dopo l’ottenimento dell’assegno sociale si erano trasferiti all’estero o  erano stati sempre effettivamente domiciliati oltre confine, non rispettando, il requisito essenziale della stabile ed effettiva residenza sul territorio nazionale e certificando falsamente redditi inferiori alla soglia prevista dalla legge per il conseguimento del beneficio. Gli stessi continuavano a riscuotere illecitamente l’emolumento assistenziale attraverso l’accredito su conto corrente, tornando saltuariamente in Italia al solo scopo di ritirare le somme allo sportello”. L’accusa è indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato ovvero sanzionati con pena pecuniaria.

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