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lo studio uil

Pensioni a Latina, la media è sotto i mille euro. Assegno sociale a più di 50mila persone

In tutta la provincia la spesa pensionistica è di oltre 2,2 miliardi di euro

La segretaria della Uil Pensionati Francesca Salvatore

LATINA – L’assegno medio delle pensioni in provincia di Latina è sotto i mille euro, e siccome la media (dei polli) include anche pensioni elevate e molto elevate, è facile capire che tanti se la passano davvero male. Oltre un quarto dei pensionati può contare su meno di 500 euro. Sette persone su 10  (135mila persone)  si devono accontentare di 950 euro circa e nell’80% dei casi si tratta di donne.

I dati sono nel rapporto Uil che analizza il numero delle pensioni (195.969), l’importo medio annuo pro capite (11.490 euro ovvero 958 euro medi mensili) e la natura dell’assegno: 86.471 pensioni di vecchiaia (1.414 euro medi mensili); 13.988 pensioni di invalidità ordinaria (999 euro medi mensili); 37.983 pensioni di reversibilità ai superstiti (716 euro medi mensili); sono 4.760  pensioni indennitarie (per infortunio sul lavoro, causa di servizio e malattia professionale) con un importo medio di 479 euro medi mensili; 52.767  pensioni assistenziali il cosiddetto assegno sociale (415 euro medi mensili).  In provincia di Latina  – si legge nel rapporto – le pensioni che hanno una storia contributiva come quelle di  vecchiaia o anche anticipate, sono il 44,1% del totale, quelle di  invalidità ordinaria sono il 7,1%; le pensioni di reversibilità il 19,4%; le pensioni indennitarie il 2,4%; le pensioni assistenziali (assegni sociali) il 26,9%.

La Uil pensionati che annualmente fa i conti sullo stato delle pensioni rileva che quelle pontine siano più basse rispetto alla media regionale e nazionale e che solo Frosinone nel Lazio va peggio di Latina. Complessivamente in provincia di Latina la spesa pensionistica (previdenziale e assistenziale), ammonta ad oltre 2,2 miliardi di euro assorbiti quasi integralmente dalle pensioni per vecchiaia 1,5 mld e dagli assegni sociali, 263 milioni di euro (la spesa per le pensioni di invalidità ordinaria a 168 milioni di euro; per le pensioni di reversibilità 327 milioni di euro; per le pensioni indennitarie 28 milioni di euro)

“Per queste ragioni è urgente e non più rinviabile la separazione della spesa previdenziale da quella assistenziale – dicono dalla Uil –  Così come si pone il tema della rivalutazione delle pensioni in essere, soprattutto di quelle che hanno una storia contributiva. Mentre le ragioni delle differenze negli importi delle pensioni tra uomini e donne vanno ricercate a monte, e cioè nelle disparità ancora esistenti nel mercato del lavoro e nei livelli retributivi.Le donne entrano più tardi nel mondo lavorativo, hanno una carriera più discontinua e ridotta, hanno maggiori difficoltà ad occupare posti apicali, utilizzano maggiormente il lavoro part time, percepiscono retribuzioni mediamente inferiori rispetto agli uomini anche a parità di lavoro e posizione professionale”.

GLI ALTRI DATI  – In particolare il 26,8% delle pensioni in essere (52.482 pensioni), non superano i 500 euro mensili con un importo medio pro capite di 283 euro al mese; il 33,8% (66.177 pensioni) hanno un importo mensile compreso tra i 550 e i 750 euro mensili (mediamente 580 euro pro capite mensile); l’8,4% (16.527 pensioni) hanno un importo compreso tra i 751 e i 1.000 euro mensili; l’11,7% (22.890 pensioni) hanno un importo compreso tra i 1.001 e i 1.500 euro mensili; l’8,1% (15.936 pensioni) hanno un importo compreso tra i 1.501 e i 2.000 euro mensili; il 7,9% (15.488 pensioni) hanno un importo compreso trai 2.001 e i 3.000 euro mensili; soltanto il 3,3% (6.489 pensioni) hanno un importo mensile superiore ai 3.000 euro.

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