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di e con Angela Iantosca

“Noi contro le mafie”, si può fare

Dal reggiano testimoni di giustizia e giornalisti

La musica suona in sottofondo e io guido. È tardi e sto tornando nel luogo in cui dormo questa notte. Sono sulle strade della provincia di Reggio Emilia, rettilinei interrotti da rotonde senza senso. Noi contro le mafie dicono in tanti in questi giorni qui nel reggiano (che sempre di più sembra cambiare vocale e diventare reggino): testimoni di giustizia e giornalisti e anche io ripetiamo che sì sì può fare. Se stiamo uniti, se scegliamo ogni giorno la parte giusta ogni qual volta ci troviamo a quel benedetto bivio che si fissa di fronte a noi e ci guarda e ride beffardo. Io so da che parte andare. E anche gli altri che sono qui con me.E gli studenti ci provano a capire, a comprendere cose distanti e allora gli spieghi che La mafia è come il bullismo, che stare uniti fa bene, che è l’isolamento la vera fregatura. Sempre, per ogni cosa della vita. E poi niente c’è chi dice che chi denuncia è un eroe e chi denuncia fa capire che è troppo comodo usare la parola eroe, giustificando così il proprio non far niente. E poi c’è chi racconta di come ha denunciato il capo che era un ladro e anche lui è diventato un altro eroe applaudito in segreto dai colleghi e da chi ascolta perché in fondo in fondo tutti pensano che chi denuncia è un infame e se poi il capo scopre che tu fai il tifo per lui fai la sua stessa fine. Ma chi denuncia non ci vuole stare, non può credere di essere solo e allora urla: sono io quello normale. Siete voi i pazzi. Voi che pensate che il compromesso faccia bene che arrangiarsi nella vita convenga e che in fondo se stiamo così la colpa è dello stato.

Ma non vi siete stufati? Io mi sono stufata di sentire che nulla cambierà. Di sentire che non c’è la volontà politica. Che non conviene parlare, che bisogna arrivare a fine mese e che le mafie sono ammortizzatori sociali. Mi sono proprio stufata. Stufata di sentire che non cambierà mai nulla, che da noi funziona così, che il problema è solo italiano e che se c’è la mafia all’estero è sempre una cosa tra italiani. Mi sono stufata di una politica che non parla di lotta alle mafie e forse anche di questa mafia che non si vuole combattere veramente perché così si evita di parlare di altro. Ci pensate cosa sarebbe l’Italia senza mafia? Cosa direbbero e cosa dovrebbero fare molte persone? Mi sono proprio stufata di chi si parla addosso, dei numeri, delle cifre, delle storie di riscatto che sono sempre le storie di altri mai le nostre… delle storie difficili che sono sempre degli altri mai le nostre. Tanto a noi non riguarderanno mai da vicino.

La strada continua con quelle rotonde senza senso della bassa padana. Ma quante rotonde ci sono senza senso in tutta Italia. Ci giriamo intorno e imbocchiamo sempre l’uscita sbagliata… non sarebbe ora di un bel rettilineo?

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