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scambio elettorale politico mafioso

Matteo Adinolfi ascoltato dalla Dda: “Non so nulla di voti comprati”

Due ore davanti ai pm Fasanelli e De Lazzaro

LATINA – “Non so nulla di voti comprati per la mia campagna elettorale”. In due ore di colloquio davanti al pm dell’antimafia Corrado Fasanelli e al pm della Procura di Latina, Claudio De Lazzaro, si è difeso così Matteo Adinolfi, l’europarlamentare della Lega Noi con Salvini di Latina indagato per voto di scambio politico-mafioso nell’inchiesta che ha visto l’arresto dell’imprenditore del settore rifiuti Raffaele Del Prete e del suo collaboratore e commissario della Lega Noi con Salvini a Sezze, Emanuele Forzan. La trattiva secondo quanto riferito nelle sue dichiarazioni dal collaboratore di giustizia Agostino Riccardo, cui i magistrati della Dda hanno trovato riscontro negli atti dell’inchiesta TouchDown, era stata condotta proprio da Del Prete che ha consegnato al clan Di Silvio 45mila euro per garantirsi l’elezione di Adinolfi alle scorse Amministrative e godere della loro “protezione” nelle attività di attacchinaggio. Anche Del Prete aveva negato tutto.

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