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il pasticcio

Lettera al Ministro e al Cts, il Goretti di Latina primo firmatario: “Si dia il green pass ai vaccinati con Reithera”

La professoressa Lichtner: "Paradosso: chi ha aderito alla sperimentazione trattato come no-vax"

LATINA – “E’ un paradosso: chi ha aderito alla sperimentazione del vaccino Reithera, si è trovato ad essere individuato come un no-vax, si tratta di persone che hanno dato fiducia alla macchina della ricerca italiana e a noi come gruppo in particolare. Questo delegittima anche la ricerca scientifica”. La professoressa Miriam Lichtner, direttrice della Uoc di Malattie infettive del Goretti di Latina (uno dei centri scelti per la sperimentazione di Fase II e III del siero italiano) è la prima firmataria di una lettera rivolta al Ministro Speranza, al Sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, al  Direttore generale della prevenzione sanitaria del Ministero della salute, Giovanni Rezza e ancora a Giorgio Palu’, Presidente dell’Agenzia italiana del farmaco AIFA, e a Giuseppe Ippolito, Direttore Generale Ricerca e Innovazione del Ministero della Salute. “Non riconoscere il  green pass significherebbe invitare i volontari a sottoporsi alla vaccinazione canonica con due effetti:  non poter più studiare i volontari e dall’altra dire che quel vaccino non funziona, è acqua fresca”.

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SENZA GREEN PASS – Scopo della lettera, sottoscritta da tutti i Centri italiani in cui si è svolta la Fase II della sperimentazione dopo gli importanti risultati sull’efficacia del vaccino, e in vista della scadenza degli “esoneri vaccinali per i volontari che sono stati sottoposti alla vaccinazione con il vaccino GRAd-COV2”, è quello di chiedere  “nuovamente l’ottenimento del GREEN-PASS per tutti i soggetti a cui è stato somministrato”. I reclutati infatti non hanno mai ricevuto il certificato verde e il 30 settembre, quando scadrà il certificato di esonero dalla vaccinazione (lo stesso che viene dato  a chi per gravi patologie non deve fare il vaccino) saranno a tutti gli effetti equiparati ai non vaccinati. Oppure dovranno fare un altro vaccino, quindi sottoporsi alla doppia dose di un altro siero e poi alla terza dose. 

GLI STUDI – Nella lettera vengono anche ricordati i risultati della sperimentazione: “Come da voi noto, i dati preliminari di sicurezza e immunogenicità delle prime cinque settimane di studio, analizzati dal Safety Monitoring Board, Comitato indipendente per la valutazione della sicurezza, e dallo Steering Committee, Comitato scientifico per la valutazione dell’efficacia, hanno mostrato un profilo favorevole e ci apprestiamo nella prossima settimana a raccogliere i dati a sei mesi”. A Latina,  i volontari, che sono monitorati settimanalmente attraverso una piattaforma dedicata, si dovranno presentare al Goretti il 24 settembre per essere sottoposti ad un nuovo test sierologico.

DELEGITTIMAZIONE – Infettivologi e virologi sono irritati e preoccupati anche per l’immagine negativa che un fatto simile riflette sulla ricerca scientifica in Italia, e non la mandano a dire: “In questi mesi  – scrivono ancora al Ministro e al gotha della gestione della pandemia – i volontari hanno subito varie discriminazioni in quanto non in possesso del regolare green-pass, nonostante in possesso del certificato di esonero, effettuato dai PI dei centri clinici. Dato l’alto livello di scontro politico che ha confuso scienza, opinione pubblica e schieramenti politici, purtroppo in molti casi i volontari si sono trovati ad essere individuati come “no-vax”, proprio loro che per primi in Italia hanno creduto nel vaccino, un vero paradosso. Noi, come responsabili dei centri clinici che hanno partecipato alla sperimentazione COVITAR, supportata dagli enti regolatori italiani (AIFA), CHIEDIAMO che ai nostri volontari che hanno risposto alla vaccinazione VENGA concesso il green-pass, equiparandoli alle altre persone vaccinate incluse nell’anagrafe vaccinale italiana. Chiediamo quindi che i volontari (circa 600) non siano discriminati per aver partecipato alla prima sperimentazione vaccinale italiana con grande entusiasmo e coraggio e fiducia nelle istituzioni e nel sistema nazionale italiano. Tale richiesta è motivata anche dal tentativo di supportare la ricerca clinica in Italia, che subirebbe una chiara delegittimazione in questo modo“.

LA LETTERA DI SCUSE AI VOLONTARI – Nei giorni scorsi, in una lettera ai volontari reclutati e vaccinati con Reithera, la Uoc di Malattie Infettive del Goretti di scusava “per i disagi” dovuti al mancato riconoscimento integrale che avrebbe aperto la strada al green-pass. ieri, intervenuto a Latina, in risposta alle legittime preoccupazioni, l’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato ha assicurato che il Lazio si batterà perché sia intanto immediatamente prorogato il certificato di esonero.   

Un’urgenza vista l’imminente scadenza del documento rilasciato ai volontari e vista l’obbligatorietà del certificato verde varata di recente dal Governo.

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