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la mozione

Bruni (FdI) propone di intitolare una strada di Latina al fascista, squadrista Barani Hindard

L'Anpi: "Significherebbe creare disonore a chi è morto per combattere il nazifascismo". Appello al Prefetto di Latina

LATINA – Ha suscitato forte indignazione e rischia di creare una frattura, la proposta del capogruppo di Fratelli D’Italia in Consiglio comunale a Latina di intitolare “una via o piazza o altro luogo adeguato e dignitoso alla memoria del grande patriota e medaglia al valor militare Camillo Barani Hindard”, questo si legge nella mozione che sarà discussa oggi in consiglio comunale, ottavo di dieci punti all’ordine del giorno. Hindard, che non è di Latina, ma collaborò alla Bonifica dell’Agro Pontino in qualità di agrotecnico, è tristemente ricordato in effetti per aver preso parte alla marcia su Roma nel 1922 come centurione delle camicie nere contribuendo all’avvento di quella che è stata una feroce dittatura totalitarista. Ma non solo. “Collaborò al massacro di 500 mila africani colpevoli solo di avere la pelle scura. In quel periodo morirono in Libia ben 8898 soldati, un folle disegno che portò ai territori occupati ed al nostro paese distruzione e morte”, ricordano dall’Anpi Latina in una nota nella quale Teresa Pampena sottolinea che “intitolare un luogo alla camicia nera significa arrecare disonore a quanti, civili e militari sono morti nella lotta contro il nazifascismo. Significa – dice L’Anpi rivolgendosi al Prefetto di Latina e a tutte le forze politiche perché la mozione sia ritirata – riportare indietro l’orologio al periodo più buio del nostro paese”. Pampena aggiunge: “All’indomani della Giornata della Memoria, il gruppo consiliare di FdI del Comune di Latina non conosce vergogna se appoggia la proposta del consigliere Cesare Bruni.

Tanti i “no”.

“Il fascismo è e sarà una vergogna per il nostro Paese come lo saranno per sempre i crimini contro l’umanità di cui il “patriota” Barany si è macchiato. Il “centurione” agli ordini del macellaio Graziani era in Libia (già, proprio la Libia) quando i fascisti massacrarono inermi civili, donne e bambini. Il consigliere Bruni dimentica i crimini italiani in Etiopia, quando i fascisti usarono armi chimiche bandite dalle convenzioni internazionali. Chi dovremmo ricordare quindi? Uno squadrista, un picchiatore, un criminale di guerra? Cosa vogliamo fare di questa città?
Il parco giochi della retorica nostalgica fascista che spaccia per patrioti e nostri concittadini chi ha combattuto una guerra di cui ci dobbiamo solo vergognare o vogliamo arrivare al centenario guardando al futuro? Il dubbio è: una visione questa Amministrazione ce l’ha o vuole rimanere aggrappata a un passato fatto di terrore e disumanità? Un atto rivoluzionario sarebbe quello di intitolare strade alle vittime del fascismo. A partire dagli etiopi e dai libici”, scriv ein un post l’ex sindaco Damiano Coletta oggi consigliere di opposizione con Lbc.

È inaccettabile – afferma Maria Grazia Ciolfi – che si tenti di trasformare in eroe e patriota un uomo che ha fatto parte di una delle strutture repressive del regime fascista. Barany fu squadrista del “Covo” e fascista della Marcia su Roma, nominato centurione delle camicie nere, partecipò al massacro dell’Amba Aradam dove furono utilizzati l’iprite, un gas vescicante rilasciato a bassa quota, e i proiettili all’arsina e al fosgene, fortemente tossici. Come Movimento 5 Stelle – continua la Ciolfi – rifiutiamo qualsiasi tentativo di riscrivere la storia o di normalizzare l’eredità di un regime che ha oppresso l’Italia per vent’anni, cancellando libertà e diritti fondamentali. L’idea che si possa dedicare un luogo pubblico a un esponente di quel regime rappresenta un insulto ai valori della nostra Repubblica e a chi ha combattuto per restituire libertà e democrazia al Paese». Ciolfi ricorda inoltre che la nostra Costituzione parla chiaro: “l’Articolo 12 delle Disposizioni Transitorie e Finali vieta espressamente qualsiasi forma di ricostituzione del partito fascista, rendendo legalmente discutibile qualsiasi iniziativa che ne celebri figure o ideali, mentre l’Articolo 4 della Legge Scelba (n. 645/1952) punisce l’apologia del fascismo, ovvero qualsiasi forma di esaltazione del regime e dei suoi esponenti”.

“I rigurgiti “neri” del passato sono e restano inaccettabili, in ogni loro manifestazione, soprattutto se espressi a livello istituzionale . Sinistra Italiana, non può che ribadire questo concetto, con profonda indignazione. La storia ha già fermamente condannato quei capitoli bui e neri e nessun revisionismo è possibile in merito”. sottolinea il segretario provinciale di sinistra italiana Giuseppe Bortone unendosi alle parole dell’Anpi.

Ed è sempre l’Anpi a ricordare che il 25 aprile 2006, il Gonfalone della Provincia di Latina è stato insignito dal Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, della Medaglia d’Oro al Merito Civile con la seguente motivazione: “Territorio di rilevante importanza strategica, dopo l’8 settembre 1943, fu teatro di violenti scontri fra gli opposti schieramenti, subendo devastanti  bombardamenti che causarono la distruzione di ingente parte del patrimonio edilizio, industriale e agricolo. Oggetto di feroci rappresaglie, deportazioni e barbarie, la fiera popolazione pontina, sorretta da eroico coraggio, profonda fede nella libertà ed altissima dignità morale, sopportava la perdita di un numero elevato di concittadini ed indicibili sofferenze, offrendo un luminoso esempio di abnegazione, di incrollabile fermezza ed amor patrio.

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