ASCOLTA RADIO LUNA ASCOLTA RADIO IMMAGINE ASCOLTA RADIO LATINA  

i problemi

Bonus Tari, Stefanelli: “Misura condivisibile, ma l’applicazione peserà sui Comuni”

La Provincia si unisce al grido d'allarme lanciato da Anci e Ifel e chiede all'Upi di fare lo stesso

LATINA – Il bonus Tari 2025 per le famiglie disagiate rischia di mettere in crisi i Comuni che devono erogarlo prelevandolo da tutti gli altri contribuenti. La Provincia di Latina si unisce al grido d’allarme lanciato da ANCI (Associazione Comuni italiani) e l’Istituto per la Finanza e l’Economia Localee (IFEL), che nei giorni scorsi hanno scritto all’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente) per segnalare le gravi criticità applicative. La nuova misura infatti prevede una riduzione automatica del 25% della TARI per le famiglie con ISEE inferiore a 9.530 euro, soglia che può salire fino a 20.000 euro in caso di nuclei con almeno quattro figli ma sarà interamente finanziata attraverso una componente perequativa di 6 euro da applicare indistintamente a tutte le utenze, domestiche e non.

Varie le perplessità: la prima riguarda il fatto che il contributo sarà anticipato dai Comuni e calcolato sulla base delle bollette emesse e non su quelle effettivamente incassate. Considerando che la TARI è storicamente una delle imposte più evase in Italia proprio perché non prevede la possibilità di interrompere il servizio in caso di morosità, il rischio concreto è che gli enti locali si trovino a dover coprire con risorse proprie le somme non versate dai cittadini.

“Questa misura, seppur animata da intenti condivisibili – dichiara il Presidente della Provincia di Latina, Gerardo Stefanelli – rischia di generare un impatto devastante sugli uffici comunali, già fortemente sotto pressione. Ancora una volta si legifera senza considerare la complessità operativa e amministrativa dei Comuni, imponendo obblighi e tempistiche che difficilmente possono essere rispettati con le attuali risorse.”

Il Presidente evidenzia la distanza sempre più marcata tra le istituzioni centrali e gli enti locali: “Non è accettabile che si continui a legiferare su materie di stretta competenza comunale senza un reale confronto con chi ogni giorno gestisce i servizi sul territorio. Servono strumenti concreti, non imposizioni calate dall’alto.” Per questa ragione, Stefanelli ha formalmente chiesto all’UPI (Unione delle Province d’Italia) di sostenere le iniziative promosse da ANCI e IFEL, che chiedono il rinvio dell’applicazione della misura almeno al 2026. Un tempo necessario per adeguare i sistemi informatici e organizzativi dei Comuni e garantire così una gestione corretta ed equa del provvedimento.

“Non si possono introdurre modifiche di questa portata senza un piano di coordinamento condiviso e realistico – conclude Stefanelli –. È nostro dovere tutelare il buon funzionamento della macchina amministrativa e garantire la sostenibilità dei servizi offerti ai cittadini.”

 

Clicca per commentare

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

In Alto